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Minacce, pugni e spintoni ai tifosi: cos'è successo ieri in curva Nord

I racconti di alcuni dei tifosi presenti in curva A San Siro nel momento in cui gli ultras hanno deciso di lasciare deserti gli spalti nella ripresa a seguito dell'omicidio di Vittorio Boiocchi

Minacce, pugni e spintoni ai tifosi: cos'è successo ieri in curva Nord

Intimidazioni, pugni e spintoni per costringere tutti i tifosi presenti in Curva Nord ad abbandonare lo stadio alla fine del primo tempo dell'incontro tra Inter e Sampdoria. Insomma, che fosse una scelta volontaria o meno, e in quest'ultimo caso con le buone o con le cattive, chiunque doveva obbedire al diktat dei leader della curva di sgomberare la Nord.

Una scelta fatta dagli ultras dopo aver appreso la notizia dell'uccisione dello storico leader del tifo nerazzurro Vittorio Boiocchi, accoltellato nei pressi della propria abitazione poco prima del fischio iniziale dell'incontro.

La curva si svuota

I tifosi hanno assistito in silenzio al primo tempo del match, senza esporre bandiere o striscioni, eccezion fatta per quello dedicato all'ex nerazzurro Dejan Stankovic, attuale allenatore della Sampdoria, il cui nome resta indissolubilmente legato al famoso Triplete della stagione 2009/2010. Nei primi 45 minuti, i capi ultras hanno avuto modo di confrontarsi e di decidere cosa fare, e la scelta è ricaduta sulla volontà di lasciare deserta la Nord nella ripresa.

Non tutti, comunque, hanno abbandonato le gradinate seguendo una decisione volontaria: per chi si opponeva alla scelta dei capi della curva, anche coloro che non rientravano nei gruppi degli ultras, erano pronte minacce, spintoni e botte.

Le testimonianze

"Fate girare, quanto accaduto oggi nel secondo verde non deve passare inosservato", racconta una tifosa su Twitter. "Siamo stati costretti ad andarcene e nessun steward/forza dell'ordine ha fatto qualcosa. Non mi capacito", aggiunge la ragazza,"di come 8/10 persone abbiamo sgomberato un intero settore con urla, minacce e spintoni". L'uso della forza per persuadere i più refrattari al diktat è stata la conseguenza."I tifosi volevano rimanere in curva a vedere l'Inter ma i capi ultrà hanno costretto tutti ad uscire con la forza", racconta ancora, "ho visto bambini piangere e persone venire spintonate perché non volevano andarsene". "Io ero con una mia amica e mi è venuto un attacco di panico", conclude la tifosa, "pensavo di prenderle".

Neppure la presenza di una bimba ha frenato i leader del tifo nerazzurro. "Ci stanno costringendo con le minacce ad uscire", ha raccontato durante l'episodio un altro tifoso,"un padre con la bambina picchiato, gente che ha fatto 600 km costretta a tornare a casa. Avreste dovuto sentire le urla della bambina terrorizzata. Altro che sceneggiata".

Un'altra ragazza presente in curva in quegli attimi concitati è ancora turbata a causa di ciò a cui è stata costretta ad assistere:"Sono stata minacciata di essere presa a botte se non fossi uscita, ho visto un uomo preso a cazzotti davanti a me perché voleva far valere il suo diritto sacrosanto di vedere la partita. Io mi auguro che la società prenda provvedimenti".

Qualcuno non riesce a credere al racconto fatto sui social da tanti dei presenti. "Ma davvero?", domanda un utente su Twitter."Si, è stata una roba vergognosa. Hanno spinto uno che è caduto giù per 3/4 file.

Situazione al limite", replica un internauta.

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