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Minacce ultrà alla Nocerina In campo solo per 20 minuti

Minacce ultrà alla Nocerina In campo solo per 20 minuti

Negata la presenza allo stadio Arechi di Salerno per ragioni di ordine pubblico, duecento ultras della Nocerina sono entrati nell'hotel di Mercato San Severino dove si trovava in ritiro la loro squadra: «Se non fanno entrare noi, non entrate neppure voi». E così Salernitana-Nocerina, Lega Pro, Prima divisione, anticipo delle 12,30, è iniziata con notevole ritardo, poco prima del tempo massimo di attesa di 45'e poi sospesa dopo venti.
Adesso gli ultras credono di aver vinto loro.
C'è un mucchio di gente convinta che ormai il calcio sia in mano ad altri, le tivù che dettano i calendari, gli sponsor che decidono il mercato, le bande che alimentano le scommesse, ma a volte i nemici sono molto più a portata di mano: «Qui è stato consumato il reato di violenza privata, i giocatori della Nocerina sono rimasti molto turbati dalle intimidazioni verbali dei loro tifosi e su questa ipotesi stiamo lavorando - ha dichiarato Antonio De Jesu, questore di Salerno -. Abbiamo le immagini e già attivato l'identificazione di venti responsabili». A scopo preventivo era stata disposta la diretta Tv su Rai Sport 1, impegnati 150 agenti all'Arechi.
Ciò che più dà fastidio è che si parli di pagina nera del calcio. Una pagina nera è stata Cile-Italia al Mondiale del '62, le botte prese dal Milan in Argentina nell'Intercontinentale, la scazzottata di Valencia-Inter. A Salerno è successo qualcosa di diverso, molto lontano dal campo, quando è stato permesso a un gruppo di ultras di entrare in contatto con i giocatori della Nocerina in attesa del pullman per andare a fare la partita. Minacce serie, minacce che hanno avuto come bersaglio anche i familiari dei giocatori, se poi è andata in onda l'incresciosa commedia delle tre sostituzioni fatte nei primissimi minuti, seguite dai cinque falsi infortuni per costringere l'arbitro Sacchi a sospendere la gara dopo venti minuti per mancanza di numero legale di giocatori da parte della Nocerina, reduce da 7 ko consecutivi, priva di sei titolari e dell'allenatore Fontana squalificato. Ma qui c'è tanto di quel losco che fa cadere le braccia: pare che i giocatori della Nocerina, i molossi come vengono chiamati, avessero sotto la maglia la scritta: rispetto per Nocera, circostanza che certifica la premeditazione. E quell'ultraleggero che sorvola l'Arechi con la scritta: «Rispetto per Nocera e per gli ultras», puzza di qualcosa di ancor più pericoloso: i soldi chi li ha messi?
Il questore ha dichiarato che i dirigenti della Nocerina erano decisi a convincere i propri giocatori a giocarla. E nel pomeriggio si sono tutti dimessi. Almeno loro? Macchè, subito si è sparsa la notizia, anche questa tutta da verificare, che avessero chiesto almeno di iniziarla per non perdere i contributi della Lega e sanzioni molto più serie fino all'esclusione dal campionato. Da qui la vergogna dei finti infortuni che Luigi Pavarese, ds della Nocerina, ha così giustificato: «I ragazzi sono scesi in campo senza poter effettuare alcun riscaldamento». E non è finita, il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, ha avanzato riserve sulle decisioni del questore che ha vietato la trasferta agli ultras: «Delegittimando un'intera tifoseria e forse un'intera comunità». La Lega Pro, attraverso il dg Francesco Ghirelli, ha annunciato che si costituirà parte civile in tutti i procedimenti penali e procederà per risarcimento danni: «Questi delinquenti sappiano che non fermeranno la lotta all'illegalità. Tutti però, dirigenti e calciatori, devono prendersi le loro responsabilità e se non se la sentono, se ne vadano». Come è finita? La Salernitana dovrebbe ottenere la vittoria a tavolino mentre i suoi tifosi sono in rivolta per la restituzione dei soldi spesi per il biglietto.

I tifosi della Nocerina, con tam tam sul web, sono stati invitati in piazza Diaz a festeggiare, sventolando bandiere e inneggiando cori: «Ha vinto il popolo nocerino». Nutriamo leciti dubbi, di certo ha perso la loro squadra.
Poi un violento temporale li ha mandati tutti a casa. Ma non è vero che finita.

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