Gira un video su Instagram in cui Ciro Ferrara assaggia api e vermi fritti. Di certo non sarà stato facile per un napoletano, abituato a prelibatezze come sfogliatelle, pastiere o babà, confrontarsi con le tradizioni culinarie della Cina. «Ma noi napoletani ci sappiamo adattare, troviamo un lato positivo anche dall'altra parte del mondo».
Oggi Ciro Ferrara compie 50 anni ed è rientrato in Italia prima di rituffarsi nella sua nuova avventura allo Wuhan Zall. «Sto imparando a conoscere la loro cultura. La Cina, in fondo, è un paese bellissimo da visitare e offre tantissimo».
Cos'ha trovato in Cina di diverso dall'Italia?
«Il calcio non è lo sport principale e si vede da alcune piccole cose: per esempio lì esistono ancora i premi a partita. Sarebbe controproducente dare un premio partita più alto a chi fa gol, di certo sapendo del premio non passerà mai il pallone al compagno più libero».
A proposito di Italia, che squadra sarà quella azzurra ai Mondiali 2018?
«Ventura è bravissimo nei movimenti, soprattutto degli attaccanti. È fortunato perché oltre ai giocatori che hanno fatto la storia della nazionale, può contare su giovani molto interessanti. Penso ai vari Belotti, Donnarumma, Bernardeschi, e alla Nazionale under 21 di Vicini che poi fece il Mondiale del '90. Una delle nazionali più belle mai viste anche se poi non ha vinto».
La scuola di difensori italiani (Rugani, Caldara, Romagnoli ndr) promette bene?
«Questo è un periodo in cui i giovani italiani si stanno mettendo in mostra perché la crisi del calcio italiano degli ultimi anni e il fatto di non poter spendere come una volta ha fatto si che le società facessero un passo indietro e iniziassero a valorizzare i propri vivai. Ma nelle giovanili ci sono ancora, aggiungo purtroppo, troppi stranieri».
Esiste un suo erede?
«Direi nessuno, perché prima si giocava a uomo ora a zona».
Mercoledì sera il Napoli affronterà le Merengues. Si può sperare nell'impresa?
«L'inizio può mettere un pò di soggezione, ma il Napoli ha le caratteristiche per creare problemi. Quando il Real Madrid comincerà a giocare con la difesa molto alta, si possono creare degli spazi in cui potrebbero andare a nozze dei giocatori come Callejon, Mertens e Insigne».
Lei era in campo al Bernabeu nel precedente tra Real e Napoli. Che ricordi ha?
«Venivamo dalla vittoria dello scudetto, e pronti via ci capitò il Real Madrid. Io avevo 18 anni e noi eravamo una squadra sì forte ma senza alcun tipo di esperienza. Quando vai a Madrid e ti ritrovi Butragueño, Santillana, Hugo Sanchez...».
Molti napoletani le rinfacciano il passato bianconero. Che cosa ha pensato quando Higuain è andato alla Juve?
«Io andai via per non far fallire il Napoli. La Juve era l'unica squadra che mi poteva permettere di restare ad alti livelli, così sono riuscito a vincere scudetti e delle coppe importanti».
In questi giorni si è parlato di un incontro tra i bianconeri e Sarri. Cosa pensa?
«So come si muove la Juve. È una notizia infondata...».
La Juve di Allegri assomiglia a quella del trionfo in Champions nel '96. Può ripetersi?
«Conosco l'ambiente, la squadra è stata costruita non solo per il sesto scudetto consecutivo, che sarebbe qualcosa di incredibile, ma per vincere la Coppa. Certo ci vuole fortuna...».
Porto-Juve?
«La Juventus va in difficoltà contro le squadre, sulla carta, inferiori e che tendono a difendersi. Non c'è nulla di scontato».
Il nuovo modulo 4-2-3-1 è troppo spregiudicato?
«Sono curioso di vedere se Allegri lo riproporrà in Coppa, perché in Italia può permetterselo. Penso all'Inter del triplete in cui Eto'o rientrava e faceva il terzino, o alla nostra Juventus, con Ravanelli e Vialli che correvano come dei pazzi».
Che regalo per i 50 anni?
«Mio figlio, il più
grande, mi ha detto: papà, se non vinci lo scudetto come allenatore allora non ti saluto più. A parte gli scherzi, non nascondo di volermi togliere qualche soddisfazione in tempi brevi. In Cina, intanto, mi trovo davvero bene».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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