Calcio

Mister e squadre, le verità di Inter-Juve

A San Siro premiata l'impronta di Inzaghi ed evidenziati i limiti tecnici del gruppo di Allegri

Mister e squadre, le verità di Inter-Juve

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Gli allegri appassionati del fantacalcio, inteso come fanta e non come gioco, pensano sempre che nel calcio servano più le mani rispetto ai piedi. E invece l'Inter ha dimostrato il contrario nella partita contro la Juve: i piedi dei suoi giocatori erano molto più centrati di quelli altrui. Che poi la squadra abbia vinto con un autogol e di corto muso, termine che, a quanto pare, interpreta la nefandezza calcistica, è solo un ironico gioco del destino. Nemmeno l'Inter avesse voluto copiare la Juve e dimenticare i 50 gol che l'hanno e portata a dominare il campionato.

E da qui si parte per parlare di mani anziché di piedi. Quindi per raffrontare il lavoro di Inzaghi e di Allegri. Sebben oggi sia più sorprendente la classifica della Juve. Entrambi hanno raccattato ben più punti rispetto alla scorsa stagione. Si dice: in questa Inter si vede la mano di Inzaghi, così ben addomesticata a plasmare giocatori che altrimenti chissà... Probabile che Pavard (30 milioni e un bellissimo pedigrèe) non avrebbe gradito e come lui Sommer, Mkhitaryan, De Vrij, perfino Calhanoglu ripudiato dal Milan causa ingaggio. Inzaghi era già ottimo allenatore, ma qui, ha ricordato, si è dovuto imbarcare in un turn over di 13-14 giocatori. Una stoccata al Conte fuggitivo e ad Allegri che tra guardie e ladri ci ha sguazzato finché non si è giocato. Bravo Inzaghi a gestire, semmai il fiore all'occhiello tocca lo svezzamento di Dimarco e quel pretendere Acerbi ad ogni costo. La fortuna nel venir meno di Brozovic così da lanciare Calha.

Eppure l'anno passato, proprio di questi tempi, gran parte del mondo interista aveva messo Inzaghi sull'uscio di casa addebitandogli errori e orrori dipendenti dalla cattiva mira dei piedi (vedi i piedi!) dei giocatori. Oggi è un tecnico felice: nella rosa dei top solo due ragazzi nati dopo il 2000, ma una squadra costruita con attenzione in tre anni. Tre anni fa già pronta a vincere lo scudetto, poi lasciato sbadatamente al Milan. L'anno passato campionato magro, molto meglio in Champions. Quest'anno eccola: rosa leggerina solo in attacco, però Lautaro e Thuram fanno bella coppia.

Da qui, par di capire, si deduce che la mano di Allegri è stata meno felice. Domenica il tecnico ha ricordato di avere in rosa 10 ragazzi nati dal 2000 in poi. Un segnale per il futuro, un rischio per il presente. Senza dimenticare che, senza Pogba e Fagioli, la vita si è fatta più dura. In tre anni la Juve è migliorata, non abbastanza per dirsi squadra da scudetto. Ha pesato anche il ribaltone societario. La Juve non ha gioco? Difficile provarci con un centrocampo di operai specializzati. L'Inter ha più qualità e varietà. La Juve è squadra difensiva. Il limite è in attacco. Ma scambiate i giocatori del centrocampo e vediamo se è proprio così. Inzaghi più bravo? Lo dicono i fatti. Eppure i due tecnici sono accoppiati dal medesimo destino: basta un nulla per metterli alla sbarra.

E qui forse dovremmo far conto con la competenza a fasi alterne del tifo nostrano.

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