Milano Dalla Cina all'America: il Milan sta cambiando proprietario e anche continente. Yonghong Li, abituato al rischiatutto con le sue trattative, ieri ha bucato il versamento dei 32 milioni, ultima tranche di aumento di capitale reclamata dal cda rossonero per onorare gli impegni in vista dell'iscrizione al campionato. Marco Fassone, rientrato giovedì sera da Londra, ha scritto la lettera al fondo americano Elliott (che si era premunito facendo arrivare in Lussemburgo la somma nei giorni scorsi) per chiedergli di subentrare all'azionista e disporre così della cifra sul conto corrente prima della scadenza. Ma non è questa la notizia del giorno visto che il colpo di scena è maturato nella serata di ieri. La conferma più preziosa, per il futuro del Milan e dei suoi tifosi, è infatti arrivata sempre dagli Usa dove nel frattempo è piombato Han Li, il braccio destro di Yonghong Li scortato da legali ed esperti di banche d'affari, ma non dal fondo Elliott bensì dalla famiglia Ricketts, un vero impero con interessi nello sport americano. Ecco, qui intesa proprio come famiglia, il socio prezioso e ricco che sta completando il negoziato con i rappresentanti del presidente rossonero a New York, per salvare il Milan, liberare il cinese ormai alle corde finanziariamente e promettere un futuro roseo allo storico brand calcistico italiano.
La conferma, ufficiale, è giunta dalla società di comunicazione milanese che ha ricevuto l'incarico di divulgare l'interesse «della famiglia Ricketts, non solo di Tom, ad acquisire uno stakeholder di controllo dell'Ac Milan». Il concetto dell'impegno non di un singolo esponente ma di tutta la famiglia è specificato con forza in un passaggio successivo dal seguente tono: «Mentre Tom è persona di riferimento del progetto, tutte le energie finanziarie della famiglia sono coinvolte in questa vicenda, così come avvenuto con la proprietà dei Chicago Cubs dove la recente conquista del campionato è maturata attraverso investimenti a lungo termine». Identica strategia è dunque garantita al Milan con riferimento ai suoi 4 punti cardinali: il club, lo stadio, i tifosi, la città di Milano. La traduzione, dal linguaggio degli uffici stampa, è la seguente strategia: garantire investimenti a lungo termine per assicurare un successo duraturo. Non siamo più a una semplice pista dunque, ma a una autentica, clamorosa svolta che porterà il Milan sotto il controllo di una ricca famiglia a stelle e strisce.
A questo punto il mancato versamento dei 32 milioni da parte di Yonghong Li non è più una mossa rischiosa, ma semmai ben calcolata perché adesso avrà tempo fino al 10 luglio per restituire a Elliott la cifra perfezionando l'operazione con la restituzione al fondo americano dei 303 milioni più interessi (circa 360 secondo alcuni calcoli) prima della scadenza del 30 ottobre e liberando quindi le azioni rossonere finite in pegno in Lussemburgo, sede della società veicolo con cui Yonghong Li acquistò il Milan nell'aprile dello scorso anno. Un protagonista americano è destinato a uscire di scena e un altro, egualmente famoso, accreditato di grandi fortune economiche, già collaudato dallo sport americano, è pronto ad arrivare sulle tribune di San Siro. Non solo.
A questo punto persino il giudizio dell'Uefa, relativo alla partecipazione del club rossonero alla prossima edizione dell'Europa league, previsto per lunedì, non può non tener conto di questo storico sviluppo. Anche i progetti di calciomercato e di sviluppo del marchio futuro potranno essere stravolti: niente più Cina, dove tra l'altro non c'è traccia di profitti significativi, ma fari puntati sul mercato americano.
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