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Un Moelgg speciale rilancia lo slalom azzurro

Manfred finalmente sul podio dietro i fenomeni Neureuther-Hirscher. E si conquista un posto per le Olimpiadi: "Sono uno che non molla mai"

Un Moelgg speciale rilancia lo slalom azzurro

Dietro ai due fenomeni c'è lui, Manfred Moelgg, ritrovato, finalmente allenato come si deve, di nuovo lassù, sul podio che nella passata stagione era stato suo tante volte. Terzo nello slalom di Bormio alle spalle di Marcel Hirscher e Felix Neureuther, che ha vinto rischiando l'impossibile e senza sbagliare niente. Non si poteva proprio sbagliare niente ieri sul tratto finale della pista Stelvio, troppo piatta per uno slalom, ma cosa chiedere di più a chi ha avuto il coraggio di recuperare due gare di coppa del mondo in pieno periodo di vacanze e soprattutto dopo una nevicata - benvenuta! - che ha vanificato gran parte del lavoro fatto per ghiacciare il terreno? Persino Hirscher, pur deluso per una delle rare sconfitte in slalom, ha lodato e ringraziato gli organizzatori per aver rimpiazzato le gare di Zagabria, annullate per mancanza di neve.

Ma torniamo a Manfred, che ieri disputava la sua duecentesima gara di coppa del mondo. Cosa meglio di un podio per celebrare l'evento? «Bormio è davvero un posto speciale per me, qui ho corso la mia prima gara di coppa, qui ho vinto la coppa di slalom nel 2005 e qui, ora, sono uscito dal periodo difficile seguito all'infortunio di agosto e ai problemi alla schiena avuti per tutto l'autunno». Ci voleva per Manfred, ci voleva per la squadra di slalom che finora ha raccolto meno del previsto e lo ha fatto soprattutto con i suoi veterani, Thaler (35 anni) terzo in val d'Isère e Manfred (31 anni) terzo ieri. «Questo podio è per mio fratello Michael, che mi prepara gli sci e mi sopporta quando le cose non vanno come vorrei, nello sci gli alti e bassi sono la norma, bisogna essere bravi a superare i bassi e mantenere gli alti, io sono uno che non molla mai, per questo mi godo questa soddisfazione, sono veramente contento». E liberato, perché il risultato di ieri a Manfred vale anche la certezza della qualifica olimpica che ancora gli mancava, anche se sarebbe stata follia lasciare a casa un uomo da grandi eventi come lui.

Qualifica olimpica che ancora manca invece al campione in carica Giuliano Razzoli, in gara con la febbre, non il massimo in una manche di oltre un minuto che richiedeva prestanza fisica dalla prima all'ultima porta. Razzo non si è qualificato per la seconda manche dopo essere quasi caduto a tre porte dal traguardo, un vero peccato per lui e per i suoi fedelissimi tifosi che hanno già prenotato volo, hotel e biglietti per lo slalom olimpico di Sochi del 22 febbraio.
Per Giuliano ci sono ancora quattro slalom da qui a fine gennaio per conquistare uno dei due posti ancora a disposizione nel quartetto azzurro, posti che si giocherà con Stefano Gross e Cristian Deville, ieri rivisto a buoni livelli prima della rovinosa caduta nella seconda manche: Devil è parso finalmente sbloccato mentalmente e nella prima manche ha sciato attaccando.

Un discorso a parte merita Stefano Gross, dimostrazione vivente e sciante del fatto che in slalom a fare la differenza è soprattutto la testa. In allenamento va fortissimo, una settimana fa ai campionati italiani, corsi sulla stessa pista, privata del tratto ripido iniziale (quindi ancora meno adatta alla sua sciata), ha messo in fila tutti i compagni (Moelgg e Thaler compresi) sciando dinamico e sciolto, sinuoso nella sua danza fra i pali. Ieri era irriconoscibile.

Bloccato di gambe e di busto, dopo il grave errore commesso nella prima manche non è riuscito a recuperare nella seconda, quando è partito con la pista in buone condizioni, poco prima del giapponese Yuasa capace di una rimonta straordinaria dal 21° al 4° posto, 8/100 dietro a Moelgg che a metà gara era sesto.

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