Bom dia Mundial, buongiorno mondiale. Buongiorno dalla terra promessa del calcio, il Brasile. Basta dare una occhiata sia pure distratta alle spiagge e alle strade impolverate di questo Paese pieno di contraddizioni e suggestioni per coglierne la febbrile attesa. Nelle ore che scandiscono l'arrivo della sfida inaugurale, Brasile-Croazia, sono tutti vestiti di verde-oro, il colore della fede, arzilli vecchietti palleggiano dalle parti di Rio incantando quasi come Maradona d'altri tempi. Eccolo il mondiale atteso per lunghi quattro anni e destinato a decifrare la nuova gerarchia del pallone, a incoronare nuovi monarchi (dopo la Spagna in Sud Africa), a deludere e appassionare, a vestire di bandiere e suoni le piazze. All'appuntamento mancano un po' di assi, rimasti a casa per motivi diversi, da Ibrahimovic a Falcao, da Ribery a Tevez, ma tutti gli altri ci sono e hanno promesso di stregare la platea.
Il Brasile, paese organizzatore e detentore di 5 titoli, strangolato tra le proteste della povera gente e la passione del resto della popolazione, è già stordito da una pressione folle.
La seleçao è troppo giovane per riuscire a dominarla: deve vincere e incantare secondo antica vocazione per soddisfare le aspettative. Da quelle parti hanno tutti un sogno nel cuore: dimenticare il dramma del '50 firmato da Ghiggia, al Maracanà dell'epoca, la sconfitta con l'Uruguay di Schiaffino. Il suo talento numero uno, Neymar, 31 gol all'attivo, è già al centro del palcoscenico. Eppure neanche Pelè, alla sua età, riuscì nell'impresa di vincere, da solo o quasi, un mondiale. Dovette attendere il '70, in Messico, per sollevare la «sua» coppa Rimet: in Cile provvide Garrincha, in Svezia i protagonisti veri furono Didì, Vavà e i due Santos. Così giovane il Brasile può travolgere la concorrenza oppure schiantarsi alla prima curva a gomito del torneo per eccesso di velocità o imperizia complessiva. Se valesse la regola che in Sudamerica comandano le sudamericane, l'Argentina è il grande rivale, il favorito per chi scrive, nonostante la perdita, gratuita, di Tevez, un fuoriclasse del gol. É il mondiale di Messi: o sfonda anche con la sua nazionale oppure il suo trono è destinato a vacillare. Continua ad avere nausea e a non stare bene la pulce: nessuno gli perdonerà un altro flop.
Difficile che la Spagna possa ripetersi a dispetto del verdetto continentale: Real Madrid con la decima, l'Europa league al Siviglia. Per vincere bisognerà fare i conti con l'Uruguay di Cavani, specie se dovesse recuperare il miglior Suarez, passare attraverso le forche del Belgio e del Portogallo che si è trascinato dietro Cristiano Ronaldo con le gomme sgonfie. Decisive la tenuta fisica e la resistenza a umidità e caldo. Di grande aiuto il temperamento guerriero dei gruppi: i grandi artisti possono anche perdersi, i gladiatori sono destinati a sopravvivere.
Nel resort di Mangaratiba si sta preparando l'Italia di Prandelli che non è accreditata, secondo tradizione consolidata. Il girone (Inghilterra+Uruguay) è di ferro: per uscirne vivi, bisognerà piegare subito Hodgson e Costarica. Abbiamo appena due fuoriclasse conclamati, Buffon e Pirlo, un progetto di campione, Balotelli, e una potenziale sorpresa, Marco Verratti: cifra tecnica modesta, come si capisce. Il recupero dell'abruzzese in vista dell'Inghilterra è una buona notizia, non invece l'ostinazione del Ct nel rinunciare a una seconda punta da schierare al fianco di Mario, Immobile o Cassano (troppo in disparte perchè possa tirar fuori il meglio), faccia lui, qui inteso come Cesare. Se funzionasse subito il centrocampo ruotante (Pirlo e Verratti che si alternano a prendere palla da dietro per lanciare o rifinire) e la difesa recuperasse l'antica solidità, lo sbarco agli ottavi potrebbe diventare il trampolino di lancio degli azzurri. Ma non è ragionevole ipotizzare cavalcate trionfali.
Le novità più attraenti sono concentrate nelle pieghe del regolamento, finalmente violentato a favore della tecnologia: il gol-line-technology, per scovare il gol-fantasma, è la prima concessione, seguita dalla bomboletta spray per marcare il confine delle barriere, e dal time-out (3 minuti) a richiesta, uno per tempo, da giocare come un jolly. Bom dia Mundial.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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