Ancora una medaglia per la spedizione azzurra ai Mondiali di ciclismo su strada in Inghilterra. Nella prova in linea maschile, la più attesa, ottimo secondo posto per Matteo Trentin dietro al danese Mads Pedersen. Terzo lo svizzero Stefan Kung. Un arrivo in volata che si è risolto negli ultimi 200 metri. Trentin ha provato ad anticipare i rivali, ma Pedersen non ha perso la ruota dell'azzurro e lo ha superato a 50 metri dal traguardo, vincendo a mani alzate. Gioia e delusione per il corridore della Mitchelton-Scott, che aveva provato fino all'ultimo a far rientrare il compagno di squadra Gianni Moscon, staccatosi a 5 km dalla fine. L'Italia non saliva sul podio dal 2008, quando Alessandro Ballan vinse a Varese davanti all'altro azzurro Damiano Cunego.
La corsa
Giornata da tregenda sulle strade dello Yorkshire. Ancora prima della partenza gli organizzatori annunciano la riduzione del percorso a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Dai 285 km previsti inizialmente, il percorso da Leeds a Harrogate viene ridotto a 261. Il c.t. dell'Italia, Davide Cassani, commenta: "Ancora meglio". Avrà ragione.
Azzurri che non partono favoriti. I più accreditati alla vittoria finale sono l'astro nascente del ciclismo mondiale, l'olandese Mathieu van der Poel, lo slovacco tri-campione del mondo Peter Sagan e il francese Julian Alaphilippe. Freddo e pioggia alla partenza. Subito i primi tentativi di fuga, ci prova anche il fresco vincitore della Vuelta, lo sloveno Primoz Roglic, che però viene subito ripreso. Inizia a piovere con una certa insistenza, foratura per l'esperto Gilbert (giornata difficile per il belga). Poi parte la fuga giusta. 11 i corridori al comando: Quintana, Koch, Polanc, Roglic, Nielsen, Bodnar, Dillier, Vakoc, Houle, Carapaz (vincitore del Giro 2019) e Howes. Il gruppo controlla e il vantaggio dei battistrada sale rapidamente fino a un massimo di 4'25'' a 163 km dall'arrivo. Dopo l'ingresso nel circuito di Harrogate, da percorrere nove volte, il vantaggio dei fuggitivi inizia a scendere. Caduta nel gruppo, ad avere la peggio è Gilbert che prende una brutta botta. Il telentuoso belga Evenepoel (19 anni) si ferma, lo aspetta e prova a riportarlo sul gruppone.
Poi si ritira il campione del mondo in carica, lo spagnolo Alejandro Valverde. A 89 km dall'arrivo gruppo compatto. E l'Italia, fin qui "addormentata", comincia a lavorare. Visconti, Cimolai e Trentin si piazzano in testa al gruppo a tirare. 20 km dopo lo svizzero Kung - grande corsa, la sua - e l'americano Craddock provano ad allungare. Si muovono anche il belga Teunissen e il danese Pedersen, Moscon è bravo a ricucire e a 40 dall'arrivo Moscon, Teunisse, Pedersen e Kung hanno un vantaggio di 20'' sul gruppo. Craddock si ritira, Moscon, Pedersen e Kung rimangono da soli in testa. Ma dietro non stanno a guardare. Contrattacco di Trentin e van der Poel, che raggiungono i tre fuggitivi. A 15 km dal traguardo colpo di scena. Van der Poel, il grande favorito di giornata, non ce la fa più. A 10 dalla fine sono in quattro a giocarsi una medaglia, tra cui due italiani. Ma Moscon si stacca.
Trentin gioca di squadra e rifiuta di dare il cambio a Kung, mossa saggia ma inutile: Moscon non recupererà. A 2 km dall'arrivo il distacco del trentino dai tre di testa è intorno ai 20 secondi, troppi per non tagliarlo fuori dal podio. Sagan prova a muoversi dal gruppone, ma ormai è troppo tardi. Gli ultimi 2 mila metri filano lisci. Trentin, Pedersen e Kung si controllano, nessuno ha il coraggio di provare la sparata. Troppa la stanchezza accumulata nelle quasi sette ore in sella. A 500 metri dall'arrivo c'è l'ultimo strappetto, quindi l'arrivo (in leggera salita). Trentin prova l'allungo, ma Pedersen ne ha di più: lo supera e si laurea campione del mondo. Terzo, leggermente staccato, King. Per il velocista di Borgo Valsugana arriva la medaglia d'argento. Poteva essere d'oro. Ma va bene così.
Trentin: "Secondo posto agrodolce"
Non per Matteo Trentin, che ai microfoni di Rai Sport non ha nascosto la sua delusione per la vittoria sfumata in extremis: "È stata una corsa veramente dura con tanta pioggia e fatica: è sicuramente un secondo posto agrodolce, ero lì che speravo di vincere la volata visto che sulla carta ero più veloce - il commento del 30enne della Mitchelton-Scott - ma in realtà lo è stato Pedersen. Ero venuto qui con l'intenzione di vincere e sono arrivato a un passo dal farlo. Il danese è stato più forte - ha confessato Trentin - e non c'è niente da dire, ha vinto alla grande. Un vero peccato, mi roderà per tutto l'anno, ma questo è lo sport.
Non sono poi così deluso, ho perso nettamente". Un vero peccato, anche perché con una vittoria a Harrogate il ciclista azzurro avrebbe potuto bissare il titolo di campione europeo conquistato nel 2018 a Glasgow.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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