Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre. Due righe di nome riassunte in Suso. Un parametro zero che ha conquistato il Milan. Capolavoro del direttore sportivo Rocco Maiorino che lo ha voluto a tutti i costi. Pagato duecentomila euro, ora vale cento volte di più. Nei rossoneri da zona Champions si sta rivelando l'uomo in più. E ora viene il difficile. A partire dal derby contro l'Inter di domenica, il giorno dopo il suo ventitreesimo compleanno. Doppia occasione che merita un taglio di capelli tra un'intervista e l'altra, e un regalo anticipato dallo sponsor con un paio di scarpe celebrative: buon compleanno da una parte Milan vs Inter dall'altra.
Montella ha detto che il segreto del Milan giovane, dei bravi ragazzi è che tutti hanno una grande famiglia alle spalle, e ha citato anche lei?
«Senza una buona famiglia è difficile stare in un grande club. Io ho questa fortuna, è fondamentale nella mia carriera. perché quando sei giovane e sei al Liverpool, io ci arrivai a 16 anni, o al Milan è dura se non hai la testa. E quella te la dà solo la famiglia».
Un legame forte, anche nella pausa delle nazionali è tornato a Cadice, al mare.
«Mi sono ricaricato in vista del derby... Tornare a casa fa bene, stare con la famiglia per me è importante e durante la stagione le occasioni sono poche».
In testa ha solo il Milan.
«Alla mia età gioco in un club così importante. Sono felice qua, sono pronto a rinnovare il contratto. Io e la mia ragazza ci troviamo bene».
Quale giocatore del passato rossonero la ispira?
«Mi è sempre piaciuto Kakà».
E la nazionale, la Spagna? Il ct Lopetegui l'ha pre-convocata, è in arrivo la prima chiamata? Pensa a Russia 2018?
«I Mondiali sono un sogno. Se faccio bene al Milan, tutto viene di conseguenza».
E allora prepari il passaporto visto l'inizio di stagione: sempre titolare, tranne con il Genoa ed è finita male. Cosa è successo dopo le difficoltà con Mihajlovic?
«Non giocavo nemmeno un minuto... Invece Montella mi ha dato fiducia. Io non mi nascondo dietro le solite frasi: io voglio giocare sempre, titolare da qui alla fine della stagione».
Cosa l'ha stupita di Montella?
«Mi ha sorpreso perché fa usare sempre la palla. È un allenatore molto spagnolo che vuole sempre far ripartire l'azione dalla difesa. Poi fa giocare i giovani in un club importante come il Milan. In allenamento vede tutto».
Si sente indispensabile?
«No, quello no perché siamo tutti a un livello molto simile».
Quindi all'io antepone sempre la squadra?
«Se sono davanti alla porta e c'è un compagno che può segnare gliela passo a lui. L'unica cosa che mi interessa è vincere».
A Palermo ha segnato, ma quasi ha esultato di più per l'assist...
«Era il gol della vittoria, mi sono inginocchiato perché quella era una partita da vincere sì o sì per dare continuità a questo momento positivo. E poi ero contento per Lapadula, che non stava giocando... È un ragazzo d'oro, meritava quel gol».
È sul podio degli assist-man, dieci di cui tre vincenti, e due reti fatte...
«Non sono ossessionato dal gol. Piuttosto sono un perfezionista. Dicono che ho solo il sinistro, ma io sto lavorando anche sul destro e a Palermo un paio di volte ci ho provato. E in generale posso fare ancora meglio».
Siete al terzo posto che alla fine del campionato significherebbe Champions League...
«Sì l'obiettivo è tornare in Europa, ma se perdiamo due gare i discorsi cambierebbero. Quindi un passo alla volta».
E allora il prossimo è il derby... A proposito quello di Genova di maggio ha rappresentato la sua svolta italiana: segnò addirittura una doppietta...
«Beh se domenica faccio una doppietta torno a casa a piedi e abito vicino a Milanello...»
Era la Samp di Montella...
«Quando mi hanno detto che era il nuovo allenatore ci ho pensato... Ma finora non mi ha mai detto niente».
Diciamo che per farsi perdonare potrebbe segnare un gol domenica, sarebbe anche il primo a San Siro. Se l'è tenuto per compleanno e derby?
«In effetti non ho mai segnato in casa, ma diciamo che domenica conta solo vincere».
Cosa teme dell'Inter, la scossa da cambio di allenatore, qualche giocatore?
«Non temiamo nessuno, noi dobbiamo pensare solo a noi stessi».
Poca vita mondana, tanto social... Immancabili le locandine su Instagram alla vigilia delle partite...
«Per il derby vediamo... Milano la scelgo per andare a cena, ma casa l'ho presa vicino a Milanello, lontano dal traffico, nel verde».
Ma se domenica fa una doppietta, deve farsela a piedi.
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