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Il Monza all'italiana parla straniero in attacco

L'ad Galliani: "Pinamonti è un po' caro...". E pensa a Dzeko. Suggestione Icardi

Il Monza all'italiana parla straniero in attacco

È il brand Berlusconi che attira calciatori e agenti al Monza. A segnalare l'ultima moda del calcio-mercato è Adriano Galliani, protagonista ieri mattina in centro a Milano della presentazione delle nuove maglie (la terza sarà resa pubblica il 1 settembre in coincidenza con il compleanno numero 110 del club) targate Motorola, marchio iconico che consente all'ad brianzolo di rievocare un episodio datato («riuscii a chiamare una fidanzata a Tokyo dal telefono dall'apparecchio che avevo in auto») e di passare all'attualità con un volo che spunta sulla pista del rafforzamento del Monza al debutto in serie A. «In questi giorni non c'è nessuno che dica: eh no, in una neo-promossa non vengo. Chiedono tutti una montagna di soldi ma sono tutti disponibili a venire da noi. Mi rendo conto naturalmente che il fascino è esercitato dal brand Berlusconi. Il presidente è concentrato sul mercato del Monza, ci sentiamo due-tre volte al giorno, è lui spesso a spingermi a spendere» il racconto che tiene conto anche di un'altra contraddizione contro la quale Galliani parte a testa bassa. «Sento parlare di calcio sostenibile e di regole per cui si può spendere il 70% del fatturato in un periodo di startup. Se al Milan avessimo rispettato questo vincolo, non avremmo vinto niente, saremmo rimasti a metà classifica. E attualmente, nel panorama complessivo, vincerebbero sempre gli stessi club! Il Monza ha raggiunto un fatturato di 15 milioni in B: se rispettassimo la percentuale dovremmo andare giù in B come un sasso!» la spiegazione didascalica.

Che è poi l'introduzione ai veri quesiti di calcio-mercato che interessano. A cominciare dalla linea guida del presidente Berlusconi di puntare sugli italiani. «Ne sono arrivati già 5, il sesto firmerà a ore, Birindelli. Anche ai tempi del Milan accarezzammo il progetto del Milan tutto italiano, poi ci lasciammo conquistare dai tre olandesi e fu la nostra autentica fortuna». Dei 6 uno degli ultimi arrivati, Pessina, capitano, è il ritorno simbolo di questa stagione. «Perché Pessina, del quale conosco tutta la famiglia, ha fatto il percorso che sognano tutti i ragazzi di Monza: squadra giovanile, poi Milan, quindi l'Atalanta in Champions e adesso capitano del suo Monza» la spiegazione dell'operazione upgrading concordata con Stroppa, l'allenatore. A completare il mosaico manca l'attaccante, di qui le suggestioni Icardi e Dzeko.

«Il presidente del Real Madrid mi ha sempre suggerito: mai smentire voci di mercato. So che Parigi è più glamour di Sarajevo, residenza di Dzeko dove nel 2011 arrivammo io e Braida per portarlo al Milan. Lui aveva alle pareti le gigantografie di Van Basten e Gullit, nella trattativa piombò il City, versò 40 milioni e lo portò via» il ricordo. Adesso vanno di moda altri nomi, tipo Pinamonti dell'Inter. «È vero che piace molto.

Ha un solo difetto: è un pelo caro!» la chiosa finale di Galliani.

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