Moscon, pugno alla carriera «Ma non sono un cattivo...»

Pier Augusto Stagi

Carcassonne Il giorno di riposo l'ha passato in viaggio, per tornare a casa, a Livo, in Trentino. «Ho lasciato la casa di Montecarlo ci racconta Gianni Moscon cacciato dal Tour per aver reagito con un gestaccio all' indirizzo di un collega della Fortuneo (Gesbert, ndr) l'altro giorno -. Preferisco stare con i miei, con le persone che conosco».

È avvilito il 24enne talento della Sky, uno dei ragazzi più promettenti del ciclismo italiano, che però in questo ultimo periodo ha fatto filotto di uscite tutt'altro che felici. «Ho poco da dire: ho sbagliato. Quello che mi brucia, però, è passare per quello che non sono: un ragazzo cattivo».

Sicuramente ha sbagliato anche ad andare in un team che l'ha ricoperto di soldi (700 mila euro annui, ndr), ma non gli garantisce un progetto. Ci sarebbero stati team di alto livello che l'avrebbero elevato fin da subito a capitano. Questo è il momento di capire cosa fare da grandi.

Il giorno di riposo serve per recuperare e chiarirsi le idee: come il grande capo del Team Sky Dave Brailsford: «I nostri corridori sono stati bersaglio nei giorni scorsi di azioni inaccettabili. In altri Paesi questo non ci è mai successo: i tifosi italiani al Giro sono stati fantastici.

E anche gli spagnoli lo sono stati quando abbiamo corso la Vuelta. Evidentemente gli sputi appartengono alla cultura francese». Et voilà.

E oggi si torna in sella per la tappa numero 16, Carcassonne-Bagnères-de-Luchon (km 218) con i primi Pirenei.

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