Il Napoli frena a Udine, la Juve fugge

Il Napoli frena a Udine, la Juve fugge

Se quella di Udine era l'ultima chiamata per lo scudetto, la Juve può iniziare a festeggiare il bis. Di sicuro, il mezzo passo falso del Napoli al «Friuli», campo dove non vince dal 2007, svuota un po' di significato la sfida con la squadra di Conte che andrà in scena tra 72 ore. Sei punti di distacco, troppi per non pensare a una Juve in campo senza grandi patemi e con un logico vantaggio psicologico al San Paolo. Da due mesi il Napoli non era così distante dagli avversari diretti, segnale chiaro che qualcosa si è inceppato nella bella macchina appronta dal «meccanico» Mazzarri. E volendo scherzarci su, potremmo parlare di coalizione bianconera, pensando al colore delle maglie dell'Udinese, brava, ordinata e concentrata in una partita che la vedeva sfavorita.
«Se arriveremo secondi, sarà stata comunque un'annata straordinaria», aveva messo le mani avanti alla vigilia il patron degli azzurri De Laurentiis. Intanto si pensa all'ennesima occasione sprecata dopo il deludente 0-0 con la Sampdoria di otto giorni prima. Negli spogliatoi c'è l'aria mesta di non aver vissuto un finale diverso, dopo che Mazzarri era uscito dal campo indicando con le dita il numero due, con chiaro riferimento ai presunti rigori negati alla sua squadra (più netto il fallo su Cavani, meno chiaro quello su Armero, che comunque non merita il giallo per simulazione).
«Faccio gli elogi ai miei giocatori, l'Udinese veniva da 4 vittorie di fila in casa e qui la Juve aveva fatto risultato anche perchè i friulani erano rimasti in 10 a inizio gara - così il tecnico del Napoli -. La Juve è lontana? Non mi pongo il problema, quando i miei giocano bene contro un'Udinese così forte e messa bene in campo non posso che essere soddisfatto. Basta rompere l'incantesimo, bastava che ci dessero i due rigori, è un momento che gira così».
A Udine sfida non spettacolare e con pochissime vere palle gol, ma gli azzurri provano a farla propria e vengono ancora traditi dagli attaccanti. La squadra pecca di precisione negli ultimi 20 metri: Cavani è arrivato a 500 minuti senza reti e il Napoli perde almeno il 50 per cento della sua forza, Hamsik fallisce una ghiotta occasione, Pandev non segna da un girone intero, il trottolino Insigne forse gioca troppo lontano dalla porta e fa anche tanta confusione. E il disagio di un Matador dalle polveri bagnate è evidente in una squadra che sembra arrivata al momento chiave della stagione stanca e poco lucida. I cambi operati da Mazzarri nell'ultima mezz'ora non bastano a cambiare l'esito del match.
Nemmeno l'approdo di Diego Maradona a Napoli ha portato fortuna, ma grandi meriti vanno anche a un'Udinese che è una squadra maestra nel chiudersi: buona copertura dei difensori, ottimo lavoro dei centrocampisti e sacrificio delle punte, con Di Natale che corre e si sbatte tanto ma che a sua volta è a secco da 4 partite e mezzo.

«Udine per noi è un campo difficile, ce l'abbiamo messa tutta e ci è mancato solo il gol. La Juve? Partita importante anche se loro hanno molti punti di vantaggio...», l'amara analisi di Hamsik. Conscio che il sogno scudetto si sta allontanando.

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