Ci sono state tante partite in una, molte occasioni per vincerla o perderla. Alla fine dal Maradona viene fuori un punto ciascuno, buono per il Cagliari per continuare la corsa verso la salvezza, due persi per il Napoli che al novantesimo era balzato addirittura al secondo posto. La frenata Champions costa cara agli azzurri di Gattuso, padroni del gioco ma con la doppia spia dell'allarme accesa: spreca troppo sotto rete e zoppica in difesa, lacune classiche di una stagione finora appena sufficiente.
«Ci abbiamo creduto, giocando con coraggio e orgoglio, potevamo addirittura vincere ma il pareggio credo che sia giusto» ha ammesso Semplici. Era importante dare continuità alle tre vittorie consecutive e un punticino strappato al 94' è d'oro, perché per la prima volta il Cagliari è fuori dalla zona retrocessione ma soprattutto perché è un'iniezione di adrenalina in vista dello scontro diretto di Benevento, crocevia decisivo per la salvezza.
Discorso inverso per la Champions. Sono cavoli amari adesso per Gattuso, il Napoli nel conto matematico che tiene conto degli scontri diretti, avrebbe potuto fallire soltanto uno slot. Lo ha consumato ieri, in maniera beffarda e suicida: resta comunque padrone del proprio destino perché è l'unica del gruppone di testa a non dover giocare contro le rivali, è chiaro però che dovrebbe vincere le restanti quattro sfide.
Sembrava poterlo fare in scioltezza anche ieri, con un avvio tremendo e con il terzo gol di fila di Osimhen, alla sua miglior gara in azzurro, sorretto finalmente da una condizione atletica esaltante. Invece ha subito il ritorno dei sardi e ha dovuto esibire uno straordinario Meret, autore di due parate decisive nel primo tempo. Identico copione nella ripresa: traversa di Demme, raddoppio annullato a Osimhen per un dubbio contatto su Godin, tre palle gol regalate da Zielinski e Insigne, due interventi salva tutto di Cragno. L'ultima partita dura una quindicina di minuti e sono quelli in cui il Cagliari si insinua tra la paura di vincere del Napoli e la sua stanchezza.
L'uscita dal campo di Osimhen fa avanzare gli ospiti che martellano sulla trequarti, Koulibaly tiene bene, Meret compie altri due miracoli ma a tradire è l'errore da principiante di Hysaj, che si lascia infilare alle spalle da Nandez quattro minuti dopo il novantesimo.
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