Calcio

Il Napoli pronto a ricominciare... da tre

Spalletti: "Non rispondo ad Allegri o a Sarri, penso solo ai nostri tifosi"

Il Napoli pronto a ricominciare... da tre

Napoli. La città palpita, freme, non dorme. Partenope ribolle di passione, conta le ore e i minuti della lunga vigilia, è difficile raccontare cosa vive, il live, direbbe Pino Daniele, «è tutta n'ata storia». Tutto è azzurro, tutto è avvolto da drappi e bandiere, tutto è illuminato con i colori del cielo e della squadra: il Maschio Angioino, Castel dell'Ovo e finanche il Cardarelli, il complesso ospedaliero più grande del Mezzogiorno. Eppure tutto questo i calciatori sembrano percepirlo appena, chiusi nel bunker di Castel Volturno, distante trenta chilometri. Dove Spalletti è quasi prigioniero di un sogno, vorrei ma non posso, e allora tanto vale reprimersi ancora per un po'. Da Salerno promettono battaglia, Sousa è convinto di poter rovinare la festa, punta alla vittoria che per i granata significherebbe salvezza.

«Fino a quando mancherà un punto per la vittoria non avremo fatto niente. Siamo più vicini dopo aver vinto a Torino ma mancano ancora punti e vanno fatti». La mente corre alla chiamata di De Laurentiis: «La prima volta che il Napoli mi ha cercato - rivela Spalletti - ne ho parlato con i miei figli. Erano felici come in curva a un gol di Maradona: babbo non si può non andare a Napoli, mi dissero».

Emozione sì, tanta. E Spalletti non fa nulla per nasconderlo: «Io mi emoziono facilmente. Ho un pò di paura se ripenso a dove sono partito ma sono queste le giornate che desideriamo e che fanno la differenza». È vero che vincere a Napoli vale di più? «Forse sì visto che dal 2001 vincono solo Torino e Milano. Questa è una città energica, a volte folle, molto teatrale ma fatta di cose vere». Testa bassa e mani sul volante, senza pensare agli altri che rosicano. «Io non rispondo né a Sarri né ad Allegri, noi dobbiamo andare in campo pensando ai nostri tifosi. È giusto dare loro questa soddisfazione. Conosco Sousa, lavora bene e infatti non perde da otto gare. Per noi sarà tosta: questo spostamento li ha pure caricati. Faremo quello che dobbiamo fare. Anche io avevo impostato la settimana per giocare di sabato, tutto però è stato fatto per la nostra sicurezza».

Dormirà Spalletti? «Prima di andare a letto penserò che siamo di fronte a una sfida estrema, è da tempo che vogliamo giocare queste partite, sappiamo cosa fare per prepararci e cosa fare poi in campo, soprattutto conosciamo la nostra direzione: proseguire dritto come fatto fin qui».

Cosa succederà dopo Inter-Lazio e il derby del Maradona è appunto «tutta n'ata storia»: la città blindata, dipinta d'azzurro e che non dorme da una settimana, racconterà ogni suo battito.

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