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Napoli si sveglia in tempo per la sfida col suo passato

Napoli si sveglia in tempo  per la sfida  col suo passato

Non è più il Napoli biondo e con gli occhi azzurri. Oppure biondo ossigenato ed occhi slavati di qualche partita fa. Ora è più Demme (Gattuso direbbe Calimero) e meno Brad Pitt. Insomma quel Napoli che comincia a specchiarsi nella faccia, bruttarella suvvia, del suo allenatore. Ma che certamente fa miglior effetto, a cominciare dal modo di stare in campo del centrocampista appena acquistato. Perfino Insigne ha capito che bisogna lottare e non recitare. Una partita può essere un segnale del destino, ma il destino va annaffiato. C'è stato un eroe per caso a sviare dal dischetto il piedino di Immobile, a mettere Lazio e Napoli alla pari (leggi pali ed espulsi), ma ora c'è di peggio: il Napoli imbarazzante (vedi Fiorentina) si è sbarazzato delle sue macerie (vedi Lazio) ed ora tornerà nell'imbarazzo di un calendario non proprio amichevole: c'è la Juve più forte di tutti e l'incontro ravvicinato con Sarri. Ma che imbarazzo ci può essere ad affrontare la capoclassifica che ha sommato più del doppio dei punti, e una differenza reti che recita 20 (Juve 39-19) a zero (Napoli 28-28)? Semmai ci sarà senso della propria mediocrità, voglia di sbarazzarsi di qualche peccato, istinto del ritrovare cattiveria e determinazione. E come sbarazzarsi di quel fastidio alla schiena che verrà davanti al sorrisetto di Sarri. Il fumetto direbbe: visto che fine avete fatto senza di me? E se, invece, qualcuno gli rispondesse: tu ci hai ridotto così, succhiandoci forze per ottenere risultati mai totalmente vincenti, togliendoci il talento dalla testa e inventandoci robottini da calcio. In fondo questa è la morale della storia. Le discordie interne hanno completato l'opera.

Ma il Napoli non si è più ripreso dall'estenuante cura Sarri ed ora si ritrova davanti al peggior carro armato del campionato, al tecnico che ha esaltato le fantasie e le statistiche ricordano che non batte la Juve al San Paolo dal 2015. Non c'è miglior sfida di quella perduta in partenza.

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