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Napoli sogna con le doppiette di Osimhen

L'attaccante ribalta l'Udinese e sveglia i compagni, ma salterà l'Atalanta. Spalletti cambia la gara con l'ingresso di Mertens. Di Lorenzo a rischio per l'Italia

Napoli sogna con le doppiette di Osimhen

Napoli - Il Napoli del primo tempo non vincerà mai lo scudetto. Quello del secondo ci crede eccome. È bastato inserire Ciro Mertens e la squadra timorosa dell'inizio si è trasformata in undici assatanati alla ricerca del pallone giusto. Se poi hai già Osimhen nel motore, allora il gioco è fatto: Victor ha fatto la differenza in termini di ritmo e di sostanza, altri due gol, uno di testa (è il quarto consecutivo) e un altro di destro, è da lui che passano i sogni scudetto anche se il suo sabato registra un neo non di poco conto: ammonito, salterà il prossimo big-match di Bergamo.

Non c'è storia nel primo tempo. Meglio i friulani sotto due aspetti: tattica e pressing. Ha funzionato la robusta linea di un centrocampo a cinque, dove Molina, Marnego e Walace non hanno fatto giocare i dirimpettai e hanno azionato con rapidità le lunghe leve di Beto in contropiede. In pratica all'Udinese è riuscito quello che il Napoli aveva fatto bene contro il Verona, con una schermatura quasi perfetta ai danni di Lobotka e Fabian Ruiz, costretti ad arretrare parecchio alla ricerca del pallone giocabile. Pressing asfissiante dei friulani e i palleggiatori azzurri che non sono fulmini di velocità, una volta ingabbiati, non hanno potuto far altro che giocare in orizzontale. Niente è riuscito a modificare dalla panchina Spalletti, più rassegnato che suggeritore, conscio che Cioffi l'aveva preparata bene e gestita meglio. Ma nell'intervallo s'è ricordato di San Ciro e gli è andata liscia.

Beto ha fatto le prove generali del vantaggio, la rete di Deulofeu non ha sorpreso più di tanto. Le maglie troppo larghe del Napoli hanno tradito come da fotocopia dei gol subiti, con Ospina poco reattivo sul rasoterra dai venti metri. In area i partenopei non sono entrati, costretti ad affidarsi alle conclusioni dalla distanza: solo una volta Insigne ha chiamato Silvestri alla respinta. Poi ecco Ciro, Spalletti ha letto meglio la gara nella ripresa, l'uomo mascherato gli ha dato una bella mano ma c'è stato sempre lo zampino di Mertens in tutte le giocate offensive che hanno deciso la gara. Il belga ha illuminato la scena, funzionando alla grande alle spalle di Osimhen, che si è trovato davanti gli spazi giusti per far crollare il bunker friulano in nove minuti.

Il rosso di Marì e qualche cervellotica decisione di Fourneau hanno scandito un finale di notevole sofferenza ma pure di enorme valore per gli azzurri.

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