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Napoli è super Panchina corta e narcisismo gli unici rischi

Bello, bellissimo a tratti travolgente. Raccoglie complimenti in Italia e all'estero, da Guardiola all'ultima vittima, il tecnico del Genoa Juric

Napoli è super Panchina corta e narcisismo gli unici rischi

Bello, bellissimo a tratti travolgente. Raccoglie complimenti in Italia e all'estero, da Guardiola all'ultima vittima, il tecnico del Genoa Juric. Il Napoli è una meraviglia per gli occhi di chi ama il calcio, un concentrato di tecnica, velocità ed efficienza figlio di un maestro di calcio come Sarri che ha plasmato una squadra con cui sarà dura per tutti avere a che fare. Questo Napoli delle meraviglie può e deve puntare allo scudetto. Sarebbe una follia non farlo, e probabilmente se la giocherà con tutti fino alla fine. Eppure questo Napoli ha anche di che tremare. Due sono gli aspetti di cui gli azzurri devono avere paura: lo specchiarsi troppo nella propria bellezza e una mancanza di alternative negli uomini chiave.

Sia chiaro: se continua in questa maniera, il Napoli ammazza il campionato. Ma la serie A è lunga e complicata e per Mertens e compagni c'è anche il palcoscenico della Champions che toglie inevitabilmente risorse fisiche e mentali. E allora ecco i dubbi di tenuta sul lungo periodo. Il primo si è palesato, e non è la prima volta, anche l'altra sera a Marassi. Dopo lo svantaggio iniziale la gara col Genoa è stata dominata con almeno 6 nitide palle gol create oltre a quelle concretizzate. Sul 3 a 1 il Napoli si è seduto, non ha messo in cassaforte una gara già chiusa e alla fine ha rischiato la beffa. Un narcisismo che ha fatto arrabbiare anche Sarri. «Eravamo così sicuri di noi stessi che non l'abbiamo chiusa», ha detto, regalando poi una carezza ai suoi. «Molti ragazzi arrivano da squadre piccole e sono giovani. Non sono abituati a gestire certi palcoscenici con continuità. Ma stiamo crescendo e sono contentissimo delle prestazioni». Come dargli torto. Ma per lo scudetto non sono ammessi cali di tensioni.

Anche perché i «titolarissimi», quei 13-14 giocatori su cui Sarri conta, sono pochi e spremuti. Prendiamo l'attacco. Con Milik ko, il tridente Insigne, Mertens, Callejon (fenomenale anche col Genoa) gioca sempre e non stacca mai. Basta un raffreddore o un mal di denti nel momento sbagliato della stagione per far saltare i piani. E i sogni.

E qui entra in scena De Laurentiis. Se a gennaio implementerà una rosa già ottima e questo Napoli continuerà nel suo gioco iptnoticamente meraviglioso, allora altro che problemi e preoccupazioni. A tremare saranno soltanto gli altri.

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