Nasce l'Italia di Spalletti. E Mancini stecca la prima

Gli azzurri chiudono il cerchio con la Macedonia L'Arabia Saudita sconfitta 3-1 dal Costa Rica

Nasce l'Italia di Spalletti. E Mancini stecca la prima
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Che intreccio meraviglioso propone il cambio di ct sulla panchina della Nazionale. Con la Macedonia del nord, a Palermo, 24 marzo del 2022 l'infausta data, s'interruppe il tocco magico di Roberto Mancini e dei suoi cavalieri azzurri, campioni d'Europa l'anno prima a Wembley. Da allora il maturo tecnico di Jesi non è stato più lui: ha perso entusiasmo e anche la bussola nell'orientarsi tra le curve del calcio italiano. Ha deciso di fuggire appena gli è arrivata una proposta carica di marenghi d'oro provenienti dall'Arabia Saudita dove ha iniziato l'avventura proprio ieri con una brutta sconfitta con la Costa Rica (3-1) nel deserto dello stadio di Newcastle.

Mancini a Ferragosto aveva lasciato la nave azzurra incagliata tra gli scogli di una qualificazione europea tutta da conquistare. Con la Macedonia del nord, questa volta a casa loro, comincia l'avventura di Luciano Spalletti, fresco di scudetto e divorzio col Napoli, per risalire la china. Nel girone il club Italia è dietro Inghilterra e Ucraina e bisogna perciò mettersi subito ai remi per evitare un'altra clamorosa bocciatura. A Palermo andò tutto per il verso sbagliato: un siluro da distanza chilometrica di Trajkovski, seguito a uno strafalcione di Berardi (a porta vuota), beffò Donnarumma e la Nazionale. Addio mondiali. Difeso dal presidente Gravina, Mancini rimase sulla panchina di Coverciano: avesse lasciato allora, avrebbe dato un tocco di classe alla carriera.

A Skopje, sulle rive del fiume Vardar, stasera c'è un solo risultato da acciuffare e qualche traccia di nuovo calcio azzurro da recuperare, nonostante le descrizioni apocalittiche sulle condizioni del prato della National Arena Proeski riferite da Ciro Immobile prima di partire in volo ieri mattina. Nuovo è il ct, felice come un bimbo appena portato in gita premio a Disneyland, nuovo il sistema di gioco (4-3-3), con qualche interprete che conosce sia la filosofia di Spalletti che i movimenti da mandare a memoria, nuovo il tridente d'attacco corretto in corsa per l'acciacco tradito da Chiesa, restituito alla Juve (stessa decisione per Pellegrini) prima della partenza inaugurando così un metodo collaborazionista con le società che fa ben sperare per le future convocazioni. Zaccagni (o Raspadori), sodale di Immobile, è il sostituto dichiarato: il ct va sul sicuro nell'occasione. A differenza di quel che succede nella coppia centrale di difensori dove il tandem (Mancini-Bastoni) proviene da collaudate esibizioni nella difesa a 3 (Roma e Inter). Forse qui, partire da esperti della difesa a 4 (i laziali Casale e Romagnoli) sarebbe stato preferibile.

Neppure le due defezioni hanno turbato il debutto di Luciano Spalletti, uno che insegue apertamente la felicità (citazione della sua presentazione, ndr). «Dobbiamo far emozionare gli italiani» è la sua dichiarata missione poiché la Nazionale «è la squadra di tutti» ha aggiunto dopo una vita vissuta a incarnare solo una parte.

«Abbiamo subito qualche ferita e dobbiamo risanarle» è il messaggio destinato al gruppo ricordando appunto la delusione e la malinconia di Palermo. Da lì si riparte. Poco esaltante il debutto dell'under 21 con Nunziata in panchina: modesto 0 a 0 con la Lettonia. Spera in qualche risultato migliore Andrea Soncin, da ieri ct della nazionale femminile.

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