
Al peggio non c'è mai fine. E la vergogna non conosce limiti, specie se corre sul filo dei social. "Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola". Ecco il messaggio postato da un dipendente del MIUR scovato dal capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Galeazzo Bignami.
Un post di doppia crudeltà disumana perché prende di mira la piccola Ginevra di 7 anni e allo stesso tempo mostra compiacimento per il delitto della 14enne Martina Carbonaro, uccisa a sassate, colpita al volto cinque volte e poi sepolta viva tra i rifiuti ad Afragola.
Inconcepibile come la mente di una persona possa arrivare a partorire qualcosa del genere.
"Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza", ha scritto su X la premier Giorgia Meloni.
Unanime il sostegno e la condanna da parte del centrodestra.
"Il livello di odio verso Giorgia Meloni e la sua bambina è inaccettabile. La solidarietà non basta più: ora serve una risposta esemplare. La critica politica è una cosa, ma l'odio umano, e ancor più verso i bambini, non può avere diritto di cittadinanza", ha tuonato Bignami.
Sulla vicenda, tra gli altri, è intervenuto subito anche il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: "Stiamo effettuando tutte le verifiche utili a individuare l'identità dell'autore di questo atto indegno. Le autorità preposte sapranno adottare provvedimenti esemplari: nessuna tolleranza verso la violenza".
"Un atto di barbarie, un attacco vile e miserabile verso una bambina, urgono vigilanza e censura da parte di tutto il corpo istituzionale e di tutto l'arco parlamentare. Ogni silenzio al cospetto di tale violenza equivale a una conclamata complicità", ha affermato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
"Quanto dobbiamo ancora sopportare? Fin dove dobbiamo arrivare? Rispetto a questa ignobile barbarie, tutto lo sdegno possibile! La condanna sia unanime e forte. A mia sorella Giorgia e a mia nipote giunga il mio più affettuoso e protettivo abbraccio", ha scritto in un post Arianna Meloni.
"Solidarietà alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla sua famiglia per gli attacchi rivolti contro di lei e contro sua figlia sui social. Lo scontro politico non può e non deve mai lasciare spazio all'odio, in special modo rivolto verso i familiari, in questo caso addirittura una bambina.
Ci auguriamo che il responsabile di parole così gravi e orribili, che tirano in causa un fatto di cronaca tragico come il femminicidio della giovane Martina Carbonaro, sia al più presto individuato dalle autorità competenti", hanno dichiarato in una nota le presidenti di Italia viva alla Camera e al Senato, Maria Elena Boschi e Raffaella Paita.