Alla quarta riga di pagina 13 ecco l'ens. Gli occhi si sono sgranati. Accidenti! Ce lo stavamo dimenticando. L'ens (da hands-mani) era il fallo di mano per chi, negli anni 50-60, giocava tra prati e strade. Eppoi il «venezia» (dribblomane) e la maldinata. Invece oggi «Var-iamo», eppoi decidiamo come chiamarli. Così, ci ha aperto la porta il negozio nostalgia di Massimo Fini e Giancarlo Padovan. Il negozio è un libro: Storia reazionaria del calcio I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone. (Marsilio cartabianca, euro 17). Negli scaffali ci metteremmo storie, fascino e sentimenti, essenzialità e un pizzico di sapor romantico, ma anche il saper didascalico (Padovan in tal senso è una macchina da guerra), autoreferenzialità e racconti personali (Fini si è dimesso da tifoso del Torino, non dal piacere dell'azzardo), la rabbia del vedersi soppiantati da tecnologia ed economia, eppoi amori, meravigliosi ricordi da tifoso, amori per uomini e donne, campioni e interpreti più o meno fortunati, passione e attrazione per ciclismo e boxe: allora popolari quanto il pallone ma vittime del cambiamento della società. Nel negozio nostalgia passano giornalisti di oggi e di ieri, e pochi ne escono bene. Qualcuno sorriderà. Altalena di stile e di idee, il duo inzuppa il dito nel mondo calcio: Padovan avrebbe voluto fare l'allenatore a tempo pieno, Fini ha maledetto d'aver scelto il liceo anziché il campo. Uno dice Var si, l'altro Var ni, uno mette sull'altare Guardiola, Sacchi e Klopp, l'altro racconta i suoi idoli olandesi: Van Nistelrooy (ho la sua maglia, esulta Fini), Hiddink, il ciclista Zoetemelk. E solo il viso pallido di Iniesta incrina questa muraglia. Uno inietta il dubbio: sacchismo o berlusconismo, chi ha inciso di più? L'altro scrisse: O il calcio distruggerà Berlusconi o Berlusconi distruggerà il calcio. La risposta? Da leggere. Tutto questo è storia reazionaria: presa d'atto che il pallone è cambiato, da un punto di vista sociale e tecnico, ma nessuno può obbligare a pensare sia migliore. È reazionario godersi il passato davanti alla noia del presente, pensare che il monopolio televisivo sconci tutto: finirà in autorete.
Il negozio nostalgia è felliniano nel porsi e contrapporsi di personaggi anche impensabili: da Ponzio Pilato che cercava di salvare Gesù a Totti, Baggio, Rivera, Boniperti e tutti i giocatori simbolo, da Nureyev e Dostoevskij a Stefania Sandrelli e Sabrina Ferilli, altro che Wanda Nara, dal Vicenza di Zoppelletto e Cinesinho ai grandi interisti: HH, Suarez e Corso non trattato benissimo. Non piace Van Basten allenatore, in compenso l'Ancelotti giovane spiega perché prima si difende la porta poi tutto il resto.
Si dice che il calcio è omosessuale, che una volta lo 0-0 era un'impresa ma che il calcio del Var darà ragione a Nietzsche: «Non è il dubbio, ma la certezza che uccide».Eppoi Chiuso il libro, ecco Liverpool-Barcellona. Come lo avessimo riaperto: un'altra pagina di storia reazionaria.
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