Voglia di fare squadra e di condividere un progetto. Quello che è mancato alla nazionale di Cesare Prandelli pare possa esserci nella squadra azzurra di Davide Cassani, da qualche mese ct della nazionale di ciclismo. Due giorni di raduno e lavoro sulle strade del Trentino, da Malè a Fondo, dalla Val di Sole alla Val di Non, dove quest'oggi si assegnerà la maglia tricolore (diretta Tv su Rai Tre dalle 15.05).
Due giorni azzurri, prima della sfida tricolore. Un modo come un altro per avvicinare Nibali e compagni al progetto azzurro, ma anche alla sfida tricolore, che negli ultimi anni è stata anche un po' snobbata. Per questa ragione Cassani ha deciso di portare il proprio contributo alla causa e aiutare gli organizzatori ad avere un cast d'eccezione, con Nibali e Scarponi, Ivan Santaromita, Pellizotti, Battaglin e Colbrelli, Pozzato e Basso. Per arrivare a Formolo, Moser, Ponzi e Visconti, Matteo Trentin e Mattia Cattaneo.
«Il raduno azzurro prima dei campionati italiani è nato dall'esigenza di conoscerci meglio. Di parlarci, guardarci negli occhi - ci spiega Cassani, che manda anche un saluto di pronta guarigione al grande Alfredo Martini, ricoverato ieri per alcuni accertamenti -. In verità il primo ad introdurre questo tipo di lavori è stato il mio predecessore, Paolo Bettini, io ho voluto proseguire il suo programma e integrarlo. In questi primi mesi ci siamo incontrati più volte, con alcuni azzurri sono andato a provare il circuito iridato di Ponferrada in Spagna dove il 28 settembre prossimo si assegnerà la maglia iridata. Ho fatto dei filmati del circuito, e in questo raduno di Malé l'ho discusso e analizzato con 20 probabili azzurri, Nibali su tutti».
È vero che mercoledì prossimo andrà con altri probabili azzurri (Pozzovivo, Nizzolo, Quinziato, Colbrelli e Felline, ndr) a provare ancora il percorso a Ponferrada e i corridori saranno chiamati a pagarsi il biglietto aereo di tasca propria: un modo come un altro per dimostrare il loro attaccamento alla maglia azzurra?
«È proprio così. Io in questi giorni ho spiegato ai ragazzi che ognuno di loro deve credere in quello che fa, ma devono soprattutto credere nel progetto Italia e nei compagni di squadra che saranno chiamati a difendere il buon nome del nostro movimento».
Cosa le ha detto questo raduno?
«Sono state due giornate splendide e in primis voglio ringraziare il Trentino e gli amici del Gs Melinda per l'ospitalità. Purtroppo il ritiro è iniziato male con la notizia di Diego Ulissi (positivo al salbutamolo, qualche spruzzo di Ventolin, ndr), ma ripeto che sono assolutamente dalla parte di Diego: bisogna distinguere il doping vero e proprio da una situazione come questa».
Come sarà la sua prima nazionale?
«Voglio schierare una squadra fatta di ragazzi motivati e determinati: un Balotelli io l'avrei lasciato a casa. In queste ultime settimane ho sentito critiche su Pozzato ma non avete idea di quanto Pippo sia legato a questa maglia azzurra, a questo progetto. Gliel'ho detto davanti a tutti: "se vai piano, non ti convoco", ma voglio gente che come lui sia legato a questa maglia, che ci creda».
Oggi c'è il campionato italiano: cosa si aspetta?
«Una bella corsa. Ma io sono già felice, perché ci sono in pratica tutti i migliori e anche domani, nella sfida a cronometro partiranno in 35: un record. Sento e respiro uno spirito nuovo. È quello che volevo».
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