Nell'estate tutta italiana grandi assenti i calciatori

Secondo una stima di calciomercato, negli ultimi tre anni i presidenti delle nostre squadre di calcio hanno speso 1,7 miliardi di euro per comprare assi o sedicenti tali, il che li contraddistingue come i Paperoni del pallone europeo

Nell'estate tutta italiana grandi assenti i calciatori

Secondo una stima di calciomercato (fonte Gazzetta), negli ultimi tre anni i presidenti delle nostre squadre di calcio hanno speso 1,7 miliardi di euro per comprare assi o sedicenti tali, il che li contraddistingue come i Paperoni del pallone europeo. Peccato però, visti i risultati, che manchi alla vista il deposito. Nel frattempo, nello stesso continente in cui i club di casa nostra latitano (con l'eccezione della Roma nella neonata Conference), ci sono altri atleti che in questi giorni coprono d'oro e di altri metalli il nostro sport. Il nuoto, soprattutto; l'atletica di Marcell Jacobs, ma non solo; pure il ciclismo ed anche canottaggio e ginnastica. Per non parlare del tennis, che punta Slam e coppa Davis visto lo squadrone che ha. Insomma, sembra proprio un'altra estate olimpica, a un anno da quella fantastica di Tokio 2020 (nel 2021). Perché poi appunto, nonostante (o forse proprio per) i numeri di cui sopra, tra gli italiani che fanno sognare mancano proprio alcuni italiani. I calciatori, s'intende. Guardando per esempio la classifica cannonieri della serie A, salta chiaramente all'occhio che dei 34 gol segnati nella prima giornata, solo 7 non sono stranieri. A questo si aggiunge che uno di questi è per gentile concessione della Lega Calcio (la rete di Mangragora è di Radu), mentre un ottavo è stato messo in porta sì da De Silvestri, ma nella propria. Insomma (direte voi) è la solita storia, con l'aggravante che di questi marcatori non c'è n'è uno che non sia un solito noto. Anzi uno: il cremonese Bianchetti, arrivato alle viste dei 30 anni. E mentre le altre discipline ridono, il calcio intanto sventola i fazzoletti per le dipartite in altri campionati di Lucca o Casadei, ma poi non fa nulla per tenersi quello che ha, magari valorizzandolo.

Si dice che il nuoto ora vinca perché ha saputo creare una squadra, e invece lì dove le squadre ci sono per definizione non si fa nulla per creare un sistema.

Bene insomma fa il presidente federale Gravina a voler riformare i campionati senza aspettare i litigiosi presidenti, ma il male è molto più profondo e sembra che nessuno voglia accorgersene. Così, nonostante l'estate italiana, per il nostro calcio continua ad essere inverno. E, tra l'altro, non sarà neanche un inverno mondiale.

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