Neymar un fenomeno in cerca di normalità

Centotrentacinque milioni di euro all'anno. E' il patrimonio di Neymar da Silva Santos Junior, di anni ventitré, calciatore del Barcellona e della nazionale brasiliana. Lo chiamano O Ney, accorciando il nome ma nel tentativo goffo di metterlo a fianco del re, O Rey. Meglio non aggiungere altro perché siamo già alla bestemmia. Alla coppa America lo hanno tagliato fuori con una squalifica di quattro partite per rissa. Dicono che sia un fenomeno, andrei piano con aggettivi e sostantivi anche se il football contemporaneo usa e abusa di frasi ad effetto, vendendo ciarlatani come fossero grandi oratori. Neymar è un tipico prodotto del calcio moderno, costruito ad arte, figlio del Santos che in Brasile e nel mondo significa Edson Arantes do Nascimento detto Pelé che sarebbe come Frank Sinatra per la musica leggera o Beethoven per quella classica. Qui, invece, siamo su youtube e c'è stato chi ha paragonato il ragazzo brasiliano a Justin Bieber, le ragazzine si strappano i capelli e sono pronte a tutto ma l'arte della musica è un'altra cosa.

Il calcio anche, quello vero che è fatto non di pugni, risse, provocazioni, tuffi da clown ma sfida aperta, sofferenza, sacrificio. Neymar non ha conosciuto nulla di questo, è arrivato nel continente migliore per studiare, apprendere, migliorare ma, oltre al contratto multimilionario e al look, non ha aggiunto molto alla sua carta di credito. Il parallelo con Messi, suo sodale al Barcellona, lo smaschera puerilmente. L'argentino a ventitrè anni viaggiava a 47 gol in 53 partite senza capello di moda, senza provocazioni all'avversario, senza sceneggiate ad ingannare l'arbitro, per questo già ribadendo di essere il vero fenomeno catalano e sudamericano. Nessuno può discutere il talento di Neymar ma resta un bambino viziato, fa quello che vuole in campo e fuori, la rapida carriera non gli ha dato l'equilibrio professionale necessario, il suo comportamento in coppa America lo ha confermato così come certi atteggiamenti con la maglietta blaugrana. I giornalisti catalani speravano che accettasse le offerte del Real Madrid: «Che vada alle merengues, non è tipo da Barcellona, romperebbe il nostro spogliatoio», scrivevano.

Alla fine Neymar e il padre hanno accettato il Barcellona ma l'affare è sotto indagine, evasione fiscale per tutti, figlio, padre e ex presidente del club catalano. La storia in Cile si è interrotta. O Ney finge di soffrire ma i contratti lo tutelano da lacrime e depressioni. Un colpo di pettine e tornerà in campo.

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