Si lascia alle spalle tutti e tutto: Van Avermaet e Kwiatkowski, Froome e Contador, Valverde e Rui Costa, ma anche le mail dell'Astana, il team kazako per il quale corre e che ai primi di aprile avevano richiamato lui e i suoi compagni per scarso rendimento e, solo una settimana fa, non avevano affatto gioito per la maglia di campione italiano conquistata dal siciliano sulle strade del Trentino.
Vincenzo Nibali vince la sua prima tappa al Tour e per la prima volta veste la maglia gialla, il simbolo più sognato e agognato da un corridore. Ora anche il suo team-manager, Alexandre Vinokourov, sarà contento: la maglia tricolore è stata coperta con la maglia dei sogni. Quella gialla del Tour. Quella per la quale un intero Paese, il Kazakistan, ha deciso di investire le bellezza di 4 milioni di euro sul nostro più bel corridore.
Una rasoiata spettacolare quella di Nibali. Una progressione da autentico finisseur di sublime bellezza, davanti ad una moltitudine di appassionati, che hanno invaso anche ieri le strade dell'Inghilterra. Milioni di spettatori, sabato e ieri, che hanno applaudito tutti, dal primo all'ultimo e ieri il primo ad essere stato applaudito è stato proprio lui: Vincenzo Nibali.
Tappa e maglia gialla, cosa si vuole di più dalla vita? Tappa e maglia risultato di un colpo geniale che è totalmente frutto dell'istinto del ragazzo di Sicilia. «Nel finale Vincenzo si è fatto guidare dall'istinto - racconta Beppe Martinelli, il tecnico del siciliano all'Astana -. Abbiamo studiato tutto nei minimi particolari ma negli ultimi chilometri il tema era libero. E lui quando è ispirato è qualcosa di unico».
Gongola come pochi Beppe Martinelli, che nel '98 guidò Pantani in giallo fino a Parigi. «Ma non facciamo paragoni, vi prego, questa è tutta un'altra storia
», implora il bresciano.
Nibali in giallo dopo che il suo compagno di squadra Jakob Fuglsang gli aveva spianato la strada con due attacchi micidiali. Poi quando al traguardo mancavano 1700 metri il campione d'Italia s'è alzato sui pedali e ha lasciato i suoi avversari impietriti. Sul traguardo di Sheffield, seconda tappa del Tour de France, il siciliano è arrivato con soli 2 secondi di vantaggio su Van Avermaet e Kwiatkowski. Ma sono sufficienti per scrivere un nuovo capitolo di storia. Era dal 19 luglio 2009 che un italiano non si vestiva di giallo: Rinaldo Nocentini che l'aveva indossata per otto tappe, la lasciò poi ad Alberto Contador che la portò fino a Parigi.
«È stata un'azione difficile - ha spiegato sereno e sorridente la nuova maglia gialla - e ho dovuto davvero spingere a tutta perché ho trovato tanto vento contro e ho dovuto gestire lo sforzo. Ho pensato più alla vittoria di tappa che a guadagnare secondi. Però devo dire che sto veramente bene e mi sono piaciuto». Anche a noi.
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