«Sono sempre riuscito ad andare oltre le previsioni della vigilia».
Sinceramente, forse non tutti ce n'eravamo accorti.
Ma il manifesto di Walter Mazzarri dà sollievo, e non solo perché in fondo gli basterà arrivare ottavo per fare meglio di Stramaccioni.
Da Napoli fanno sapere che il mister non è cambiato affatto, è proprio quello che si è visto ieri alla vigilia di Inter-Genoa. Lui sempre sulle sue, gran lavoratore, mai euforico, molto concreto, anche troppo. Per loro era il piagnucolone, in senso buono perché lì ha fatto grandi cose, magari non proprio i miracoli, ma quasi. Ieri, prima conferenza seria della stagione, ha presentato la sua personalissima business card: «Campionato con una lepre e le altre che la inseguono? Non mi interessa quello che si dice in giro, mi interessa quello che riusciremo a fare noi. Stiamo partendo da zero e dopo carichi di lavoro pesantissimi siamo solo al 60/70 per cento. L'Inter è lontana dalle prime? Tutti sbandierano obiettivi, io sono abituato ai fatti». Con la destra si gratta il dorso della sinistra. Gli chiedono come ha cambiato questa Inter e lui si rifugia nel rispetto: «Le esperienze passate servono per fare tesoro e non commettere più certi errori. Le mie squadre hanno sempre avuto un'identità precisa e un equilibrio tattico. Faccio un calcio propositivo - risponde a chi lo ritiene il miglior contropiedista del pianeta -. Non si possono e non voglio fare confronti con il passato. Abbiamo fatto vedere buone cose con il Cittadella, con il Genoa vorrei vederne altre in tutti i reparti».
Un cruccio però c'è: ancora non li conosce bene tutti: «Taider l'ho voluto io? Non è mio compito il mercato e di Eto'o non parlo. È poco che stiamo insieme, facciamo ancora qualche errore di troppo ma la volontà non manca. A che punto siamo lo dirà il Genoa. Il calcio d'agosto è servito per avere indicazioni, ora ne so molto di più ma mi mancano ancora tante conoscenze. Come posso dire se Kovacic, Guarin e Alvarez possono giocare assieme? Me lo dirà il campo e me lo faranno capire loro quando nelle fasi di non possesso saranno capaci di difendere. Rolando uno dei tre dietro? Loro devono integrarsi meglio, ma per ora Rolando è in ritardo di preparazione». Un'indicazione però l'ha data: gli esterni non lo hanno convinto. «Questo perché sono molto meticoloso e per me loro devono svolgere un lavoro particolare, delicato e fondamentale per la squadra». Vedremo quelli di coppa Italia, l'unica incognita è Icardi che ha recuperato dall'infortunio, sicuramente verrà convocato ma non è detto che riesca a giocare novanta minuti e neppure che parta dall'inizio. La sorpresa è Diego Milito che a sei mesi dall'infortunio con il Cluj in Europa league il 14 febbraio, ieri era in campo con la Primavera che ha pareggiato 2-2 con il Brescia: «Il peggio è passato, mi ha fatto piacere giocare con questi ragazzi, ho ritrovato ritmo», ha detto il centravanti argentino che se dovesse tornare il Principe delle scorse stagioni, risolverebbe più di un problema a questa inedita Inter.
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