Noi, pionieri del «milanismo» negli States

nostro inviato ad Atlanta

Lesli e Marco si sono conosciuti in una discoteca di Firenze 26 anni fa. All’epoca la vita di Marco girava solamente attorno ad un pallone: calciatore di belle speranze, cercava di sfondare tra i dilettanti del Poggibonsi e del Castelfiorentino. «Non sapeva una parola d’inglese – ricorda la moglie Lesli – e quando abbiamo messo su casa negli Stati Uniti ha dovuto studiare sodo, sia per imparare la lingua che finire l’università e trovare un lavoro». Oggi Marco Seta ha 50 anni, un lavoro come assicuratore, una moglie avvocato, cinque figli, una bella villa a una manciata di miglia dal centro di Atlanta. E una passione sfrenata per il Milan. Martedì era il 25esimo anno di matrimonio della famiglia Seta: quale occasione migliore per un festeggiamento fuori dagli schemi con i rossoneri a pochi passi da casa?, ha pensato Lesli. E così l’intera famiglia, martedì mattina si è presentata al campo d’allenamento del Milan alla West Minster High school in completa tenuta rossonera. Sorrisi, fotografie, e abbracci con tutta la squadra che nel bel mezzo dell’allenamento è stata «invasa» dall’allegria e dalla simpatia di questa famiglia italo-statunitense, che sembra proprio uscita da un telefilm. Arrivati col mini-van a 9 posti («Altrimenti come faccio a farceli stare tutti», scherza Marco), la famiglia Seta da sola potrebbe comporre quasi un’intera squadra di calcio. Oltre a Lesli e Marco, c’erano le due sorelle maggiori, Francesca e Nola, entrambe con la passione per l’odontoiatria e un futuro da dentiste, Joseph, 14 anni, un sorriso ingigantito dall’apparecchio per i denti e una voglia matta di partire per l’Europa: tra qualche giorno infatti, volerà a Lugano dove lo attende una scuola statunitense e dove potrà affinare sia la lingua italiana che la passione per il calcio in un campus estivo del Milan. Poi c’erano anche i due piccoli gemelli – i più coccolati dai giocatori – Stefano e Gianluca, di solo dieci mesi, che hanno posato in fotografia persino in una borsa del Milan. Nel pomeriggio poi, la famiglia Seta ha proseguito i festeggiamenti delle «nozze rossonere» al Georgia Dome, dove la squadra si è allenata e il Milan ha presentato l’ultimo rinforzo Oguchi Onyewu. Grande emozione poi, quando durante la conferenza stampa, il signor Seta si è persino avventurato in una domanda al possente difensore centrale. Per la figlia Nola, invece, la serata si è conclusa con una cena con l’intero staff rossonero: scontato dire che quando ha salutato i genitori per entrare nel ristorante non le brillavano soltanto gli occhi. Già questo basterebbe per scrivere un libro. Ma c’è persino dell’altro. Quando lo staff rossonero ha invitato i Seta alla partita contro i messicani del club America, hanno dovuto ricevere un inaspettato «no, thanks». Leslie e Marco, infatti, non appena hanno saputo che il Milan avrebbe giocato una partita ad Atlanta, si sono iscritti al corso per hostess e Steward del stadio e ieri sera hanno seguito i loro idoli da bordo campo. Alzi la mano chi in Italia avrebbe fatto così...

Ma la storia della famiglia Seta è solamente una delle tante che stanno avvolgendo la tournee a stelle e strisce del Milan: segno che il soccer, dopo l’ottima Confederations Cup degli Stati Uniti, sta prendendo sempre più piede negli Usa. Domenica l’Home Depot Center di Los Angeles era completamente esaurito e altrettanto «sold out» era il Georgia Dome di Atlanta questa notte. E chissà quante famiglie Seta erano presenti allo stadio...

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