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Non basta il mago Ancelotti. Il Napoli rimane sprecone

Tante occasioni ma nessun gol per Milik e compagni Anche con Carletto in panchina la Champions è tabù

Non basta il mago Ancelotti. Il Napoli rimane sprecone

Il mal di trasferta europeo del Napoli non è guarito a Belgrado. Dopo quattro sconfitte consecutive, raccolte in ambienti geograficamente e qualitativamente diversi quali Kharkiv, Manchester, Rotterdam e Lipsia, gli uomini di Ancelotti non sono andati oltre lo 0-0 contro la Stella Rossa, a dispetto di una partita dominata tanto sotto il profilo del gioco, quanto per le occasioni da reti create. Una serata che non può non lasciare l'amaro in bocca, perché l'imbattibilità della Stella Rossa (31 partite consecutive con quella di ieri) va contestualizzata al campionato disputato, e in un girone con Liverpool e Psg i due punti persi stasera possono risultare pesantissimi.

Il Napoli - con la sorpresa Fabian Ruiz titolare - ha subito preso in mano le redini della partita, e fin dai primi minuti è stato chiaro il diverso imprinting fornito da Ancelotti rispetto a quello di Sarri. Non è una questione di gioco o di schemi, quanto di approccio, focalizzato al cento per cento sulla competizione che si sta giocando, senza pensieri reconditi al campionato. Un Napoli quindi tonico, volitivo, che non si è risparmiato. Di fronte c'è stata una Stella Rossa che ha risposto con un 4-5-1 granitico, disciplinato, a tratti aggressivo, nel tentativo di rubare qualche pallone e cogliere di sorpresa la difesa degli azzurri. Il piano è riuscito poche volte, e solo a causa di palloni banali persi dai napoletani. Pericoli seri però Ospina non ne ha corsi (solo un buon intervento in presa su Boakye nella ripresa). Decisamente più impegnato il collega Borjan, bravo a salvare su Insigne e Milik, ma anche fortunato quando la traversa ferma uno splendido tiro di collo di Insigne da quasi 30 metri. È stata la migliore occasione del primo tempo del Napoli assieme a quella che capita sui piedi di Milik, pescato in area di rigore da un pregevole lancio di Zielinski. L'attaccante polacco si è però fatto murare da Borjan.

Zielinski è stato, assieme a Insigne, il grimaldello pensato da Ancelotti per scardinare la difesa dei serbi, visto che il suo continuo movimento tra le linee non offre punti di riferimento agli avversari. Discorso simile per Insigne, che ha giostra in una terra di mezzo tra il centro dell'attacco, come falso nove, e la trequarti, per poi arretrare il proprio raggio di azione con l'ingresso di Mertens, senza però trovare il guizzo vincente. Un po' come il Napoli: tutto bene (o quasi) fino al tiro, ma la palla non è entrata. Anche quando la Stella Rossa ha calato il ritmo della propria corsa per ragioni fisiologiche, tra il Napoli e il gol è sempre rimasta una questione di centimetri: Mario Rui ha sfiorato l'incrocio su punizione, Zielinski ha sbagliato il controllo che lo avrebbe messo a tu per tu con Borjan, un tap-in di Mertens (inserito al posto di Allan per incrementare ulteriormente la trazione offensiva del Napoli) è finito di poco a lato, mentre Callejon si è visto ribattere dal portiere serbo - il migliore dei suoi - un conclusione in area. Nel finale l'ex Juventus e Atalanta Boakye ha addirittura provato il colpaccio.

Sarebbe davvero stato troppo per un buon Napoli, a tratti sfortunato, ma anche privo del killer instinct necessario per risolvere le partite rognose di Champions.

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