Non c'è derby che tenga: Spalletti infierisce su Totti

"La sua doppietta nell'ultima cittadina? Magari eravamo sotto perché non correva"

Non c'è derby che tenga: Spalletti infierisce su Totti

Roma - Sarà uno dei derby romani tra i più anomali della storia. Poco pubblico, curve vuote, scarso appeal per i diversi obiettivi delle due squadre, divise da 18 punti in classifica. E, soprattutto, niente maglia da titolare per Francesco Totti. Che di stracittadine in carriera ne ha giocate 41 tra campionato e coppa, caratterizzate da gol (11, record assoluto nella sfida tra Roma e Lazio), esultanze particolari, selfie sotto la Sud, persino lacrime e ko cocenti.Una storia cominciata il 6 marzo 1994 e che rischia di concludersi 22 anni dopo nella maniera peggiore, ovvero seduto in panchina, magari per 90 minuti. Che sia vero o no che Totti abbia chiesto di giocare gratis un altro anno e che la società abbia rifiutato, non vedere il numero dieci sul terreno di gioco del derby al fischio iniziale dell'arbitro è un colpo al cuore anche per chi non è tifoso della Roma. Ma così è: Totti nella serie A 2015/16 ha collezionato solo sei presenze, giocando per più di 80 minuti solo all'andata contro il Frosinone. Un gol e un assist, ma della sua annata si ricorderà quasi esclusivamente l'affaire-Spalletti, con le sue dichiarazioni alla Rai e la richiesta di maggiore rispetto dall'allenatore. Con tutto ciò che ne è seguito.E proprio all'allenatore toscano, colui che ha già avuto il compito ingrato di accelerare l'uscita del capitano - mentre a Boston da Pallotta i dirigenti hanno studiato in questi giorni l'exit strategy del numero dieci (basta che finalmente glielo dicano...) - spetta spiegare la scelta di un Totti fuori dalla «sua» partita: «Da tifoso lo manderei in campo perchè ha sempre fatto vedere grandi giocate dentro i derby, ma da allenatore devo saper scindere l'emozione e la passione e considerare altri fattori in funzione dell'obiettivo della Champions».Più chiaro di così. Anche se Spalletti preferisce precisare ancora meglio il concetto: «Francesco le giocate le farà sempre, da questo punto di vista il contratto glielo possiamo fare di altri 5-6 anni perché il piede rimarrà quello. Ma bisogna considerare altre cose, la gestione della partita, il correre senza palla. Chi ci dice che nel primo tempo del suo ultimo derby (il 2-2 deciso da una sua doppietta, ndr) la Roma non sia andata sotto di due gol nel primo tempo per l'assenza di un calciatore che potesse fornire una maggiore copertura? Totti è un giocatore passionale, gli garba l'attrezzo. Mi sembra a volte che ci sia l'intenzione di farne giocare solo uno, io ne voglio quindici di forti così».Spalletti non regala slogan per il derby, come fece Garcia. Dice solo che gli sarebbe piaciuto «giocare ad armi pari» una sfida che ha già vissuto otto volte (tre vittorie e sconfitte, due pareggi) prima di sottoporre i giocatori a una seduta di rifinitura «fiume» - ben due ore -. «Per la Lazio è l'unica ragione, noi ne abbiamo anche altre», il messaggio lanciato al collega Pioli.

Alla sua ultima stracittadina mai vinta nei 3 precedenti e senza più obiettivi stagionali. Anche l'allenatore biancoceleste farà una scelta forte: lasciar fuori Miro Klose che a giugno divorzierà dalla Lazio. Perchè uno dei derby più anomali in 76 anni e mezzo di storia non sarà roba per «vecchietti»...

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