Non è un Milan da Expo Beffato da Kondogbia e dall'Inter dei primavera

Rossoneri con molti titolari, i nerazzurri no Decide il protagonista del derby di mercato Bene Donnarumma. Il presidente: «Preferivo vincere». Mihajlovic: «Mi dispiace per lui»

Non è un Milan da Expo Beffato da Kondogbia e dall'Inter dei primavera

MilanoNemmeno il Trofeo di famiglia fa ritrovare il sorriso al Milan. Vince l'Inter il Berlusconi, giocato in un mercoledì di Champions con San Siro che di questa edizione ospiterà la finale. Milanesi senza coppe e quindi a disputarsi un derby di Expo di lusso. E Mancini pareggia i conti dei derby stagionali, siamo 2-2, anche se ovviamente quello di campionato, andato ai nerazzurri, ha un peso specifico non confrontabile con quello cinese, del Tim e di ieri sera. Un Berlusconi vinto addirittura con la squadra primavera nerazzurra in campo negli ultimi venticinque minuti a difendere il gol di Kondogbia. Un'iniezione di fiducia per il francese alle prese con un complicato ambientamento. Dall'altra parte il Milan si consola con il baby Donnarumma che ha fatto intravedere le qualità di cui si è tanto parlato.

Una festa con tanti bambini sugli spalti, macchiata dai buu a Boateng. Un derby da esposizione, senza tifo organizzato, ma in vetrina c'e' poco perché soprattutto Mancini rinuncia a quasi tutti i titolari, come già successo nelle altre due sfide amichevoli con i cugini, mentre il Milan sente tutto il peso del momento di difficoltà. L'Inter 2 è comunque più squadra di quella di Mihajlovic che si avvicina nei nomi a quella titolare. L'argine che frana dopo un paio di picconate è quello di sinistra con Antonelli in imbarazzo di fronte alla velocità di Biabiany: il primo cross del francese è messo a lato di testa da Palacio; il secondo in rete da Kondogbia che infila da pochi passi Donnarumma. Il francese tra i più attesi dopo un inizio di stagione difficile, culminato con l'esclusione dai titolari contro la Juventus. Da un derby, d'Italia, all'altro, della Madonnina, oltre al francese l'Inter ritrova un Ranocchia sempre sul pezzo.

Dall'altra parte l'atteso baby portiere Donnarumma, mette in mostra personalità e dimestichezza con i piedi. Comunque è pur sempre un esordio a San Siro, titolare in un derby a sedici anni. Se non altro Berlusconi ha avuto la conferma che almeno tra i pali questo Milan ha già un futuro garantito. E il portiere della generazione 3.0 ha dimostrato che se Diego Lopez dovesse continuare a non convincere potrebbe anche venire utile a stretto giro di posta, vedere la parata su Dodò che mantiene la squadra in partita.

Per il resto comunque poche o nulle le buone notizie per Mihajlovic perché davanti Cerci e Honda non assistono un Luiz Adriano statico. E poi dietro i difetti sono i soliti con Mexes e Antonelli che sull'1-0 inscenano un incredibile “la prendo io, la prendi tu” e alla fine la prende Kondogbia. Ci si mette anche la sfortuna con Bertolacci che si fa male in avvio, gli esami in ospedale hanno escluso lesioni, solo una forte botta. In più i rossoneri trovano un Carrizo in serata di grazia su Poli, nel primo tempo, e su Honda, due volte nella ripresa. Non basta perché nel finale Berni appena entrato è super sulla rovesciata di Rodrigo Ely. Ci prova anche Boateng accolto con qualche fischio di troppo, e non solo, anche qualche buu che ha richiesto l'intervento dello speaker.

Il Berlusconi va all'Inter che chiude praticamente con la primavera, ma Mancini nega di aver snobbato la sfida: «Qualcuno doveva rifiatare». Un trofeo che Galliani dice di voler riportare al centro dell'estate, ne guadagnerebbe il botteghino e l'interesse, in piena preparazione (a proposito nella sosta invernale niente mete esotiche per i rossoneri per non ripetere gli errori dell'anno scorso). Ma c'e' da pensare al presente leggasi campionato e al dispiacere di Mihajlovic «per il presidente, so quanto ci teneva a questo Trofeo».

Consegnato all'Inter da Franco Baresi, mentre Berlusconi non nascondeva il suo rammarico: «Preferivo vincere...». E sul momento no del Milan preferisce non commentare: «Sapete come è la storia: “Quando si vince si parla, quando si perde si tace”».

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