Tokyo 2020

"Non solo fioretto. A Tokyo vi stupirò anche con la sciabola"

"Alle prossime Olimpiadi voglio essere la prima donna a medaglia con due armi"

"Non solo fioretto. A Tokyo vi stupirò anche con la sciabola"

La valigia è pronta, destinazione Katowice. In terra polacca si comincia subito forte con la prima gara di coppa del mondo di fioretto domani e dopodomani. Quell'arma che Arianna Errigo, campionessa del mondo 2013 e 2014, vincitrice della coppa del mondo di specialità nel 2009, 2012, 2013 e 2014, ha voluto fortemente affiancare alla sciabola, dopo tanti anni di soddisfazioni e vittorie, per un obiettivo tanto prestigioso quanto infinitamente pazzo.

Arianna, un passo indietro: come si è chiuso il 2017?

«E' stato un anno di novità, perché con l'arrivo della seconda arma ovviamente ho fatto il pieno di gare. Un mondo totalmente nuovo».

Anche nella gestione delle forze e dei tempi...

«Esattamente. Allenamenti, saper gestire le gare, imparare una tecnica nuova. Perché tra le tre armi della scherma, sicuramente fioretto e sciabola sono le due più lontane, quasi pianeti diversi».

Cosa l'ha spinta ad una scelta simile?

«Lo stimolo a voler imparare qualcosa di nuovo; e, ovviamente, la passione per questo sport. Perché senza, nessuno sarebbe tanto pazzo da crearsi una stagione stracolma di impegni e con il doppio degli allenamenti sulle spalle».

Pentita della scelta?

«Assolutamente no. È come se fossi tornata indietro nel tempo, a quando vuoi imparare e capire un qualcosa che non è tuo, che non maneggi. Però nello stesso tempo volevo mantenere un rendimento alto anche nel fioretto».

I risultati alla fine la hanno premiata

«Ho vinto una gara di coppa del mondo, l'oro agli Europei e il bronzo ai Mondiali nell'individuale e l'oro a squadre in entrambe le manifestazioni. Sicuramente è stato un anno positivo per il fioretto, mentre per la sciabola non è andato bene ma nemmeno malissimo. Ho chiuso a dicembre con un risultato che per me era inaspettato ma speravo di conquistare (il secondo posto nella gara di coppa a Cancun, ndr)».

E per il 2018 cosa dobbiamo aspettarci?

«Mi sono già guadagnata il pass per i Mondiali di fioretto, mentre nella sciabola ho fatto un gran bel passo in avanti però non c'è certezza ancora. Vedremo come arriverò a giugno e decideremo le due cose».

Di certo vedere un atleta che unisce sciabola e fioretto, nella storia recente della scherma, è un unicum...

«Unire le due cose è fattibile. E poi io adoro le gare, riesco sempre a dare quel qualcosa in più quando la posta in gioco è alta e difficile. Il problema, semmai, è lavorare a casa. Per fortuna al centro federale di Frascati ci sono con me i miei maestri e lavoriamo quotidianamente. Non è semplice, anche perché non c'è nessun altro che possa raccontarti la sua esperienza; non dico che improvvisiamo, ma andiamo per tentativi che per ora stanno funzionando».

Come avviene l'allenamento di una fiorettista impegnata anche nella sciabola?

«Dipende dai periodi. Alcune volte mi alleno esclusivamente sul fioretto e altri solo sulla sciabola; perché le componenti fisiche e tecniche sono anche diverse. Per la sciabola devi essere molto forte sulle gambe, cosa che non sono; ma lavorandoci sopra mi permette di migliorare anche nel fioretto. E a volte anche se ho gare di fioretto vado di sciabola».

È possibile essere un atleta di primo livello sia nel fioretto che nella sciabola?

«Se non fossi convinta di questo non l'avrei fatto. Si può fare, ci credo e voglio arrivare a Tokyo 2020 competitiva con tutte e due le armi».

Puntiamo in alto?

«Certo. Non mi basta presentarmi alle Olimpiadi; la concorrenza è molto alta, ma ho dimostrato di potermela giocare con tutti. Sarà ovviamente difficile, però anche questo aspetto che nessuno l'ha mai fatto prima, in tempi recenti, mi stimola tantissimo».

Non pensa di aver esagerato?

«Ogni tanto mi pongo qualche domanda, ma quando tiro di fioretto non sento che mi manca qualcosa, nel quotidiano non perdo nulla. L'unica cosa da valutare sono i tempi di recupero e la fisioterapia, anche se per ora non ci sono stati intoppi».

Quindi possiamo davvero sognare la doppietta d'oro di Arianna Errigo a Tokyo 2020?

«Io vado in Giappone per portare a casa quattro ori, non due. Ci sono anche le gare a squadre (ride, ndr). Per me sarebbe il massimo; in fioretto perché l'oro individuale è l'unica gara che mi manca e ci terrei particolarmente a finire il palmares.

E per la sciabola perché sarebbe come riscrivere la storia della scherma».

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