La finale "italiana"

Non solo Inter, anche il PSG è pieno di "compatrioti": veri come Donnarumma e acquisiti (Enrique, Kvara, Hakimi e Fabian)

La finale "italiana"
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Hakimi e Donnarumma, già avversari nel derby di Milano e poi compagni in Francia. Ma anche Fabian Ruiz e Kvaratskhelia, stelle a Napoli, e poi Luis Enrique per la nuova partita a scacchi di Simone Inzaghi, quella che potrebbe decidere tutta la sfida. C'è un solo italiano, appunto Gigio, ma parecchia Serie A nel PSG che il 31 maggio contenderà all'Inter la coppa più importante. Luis Enrique a Roma è passato un po' come un incompreso e un po' come uno sprovveduto, andò via senza rimpianti, quelli sono venuti dopo, in misura direttamente proporzionale all'accumularsi dei suoi trofei. Con l'Italia gli è già andata male a Euro 2020, c'era già Barella, più Bastoni e Acerbi, anche se loro stavano in panchina. Insomma, è una sfida fra gente che si conosce bene.

Hakimi per parecchi nerazzurri è il compagno di ieri, la freccia dello scudetto di Conte. Donnarumma, derby a parte, è il sogno per il dopo Sommer, anche se la sua grande primavera ha abbassato di molto le possibilità che il PSG non gli offra un sontuoso rinnovo di contratto. «La società sa bene cosa voglio fare, dipende solo da solo», ha detto dopo le determinanti parate contro l'Arsenal.

Il PSG senza le stelle, ma non senza i campioni. Soprattutto giovani e pagati per quanto pesano. Anche senza Mbappé resta la squadra dell'emiro, che spende quanto possono pochi altri al mondo, non certo l'Inter, col suo 14esimo fatturato in Europa. Andrà meglio l'estate prossima, proprio grazie ai risultati del campo, che hanno contribuito a risanare i bilanci del club. Più giovani anche qui, stop ai fine contratto, ma una cosa non cambierà nella politica di Marotta, l'attenzione allo zoccolo italiano. Non un segreto, ma una scelta in quest'epoca in cui gli spogliatoi sembrano rivisitazioni della torre di Babele e c'è chi i calciatori italiani sembra evitarli apposta (il riferimento al Milan è voluto). Il segreto del nucleo italiano, di chi conosce la nostra storia e di chi magari è anche interista dentro al cuore, non è appunto un segreto ma una scelta.

Proprio perché l'Inter non è solo Internazionale ma è anche tanta Nazionale, la finale del 31 maggio disperde un po' di sapone in più sul già scivoloso avvicinamento alla partita contro la Norvegia, in calendario venerdì 6 giugno. Bastoni, Barella e Dimarco arriveranno in ritiro dopo il resto dei compagni, senza lo stacco fra fine campionato e Italia che avranno avuto gli altri.

Da capire se a fine mese Spalletti riaprirà le porte azzurre a Francesco Acerbi, stante che Buongiorno non sta bene e che a Oslo ci sarà da marcare Haaland.

Di certo fin da domenica contro il Torino, Inzaghi viaggerà fino a Monaco con massicce dosi di turnover: l'Inter pensa al PSG, ma finché l'aritmetica non gli scuce lo scudetto proverà a vincerle tutte. Marotta chiederà di anticipare l'ultimo turno a venerdì 23 maggio. Curiosità importante: l'eventuale spareggio scudetto si giocherebbe nella settimana della finale di Champions, con tutto ciò che comporterebbe.

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