Conte traballa, Allegri no e Sarri neppure. Però si sa che Londra attira, attrae, intriga. Pure perché da quelle parti i soldi non mancano e le prospettive neppure. Specie se ti chiami Chelsea e il tuo proprietario non ha mai badato a spese pur di alzare un trofeo. Certo, esiste anche il rovescio della medaglia: se le cose non funzionano come dovrebbero, quella è la porta e il grazie, è stato un piacere diventa quasi prassi. Potrebbe succedere anche a Conte, certo. Il quale ha inizialmente vinto e convinto, salvo adesso navigare in cattive acque: il tecnico leccese arriverà sì a fine stagione a meno di prossimi ulteriori capitomboli ma poi riattraverserà la Manica. Con destinazione ignota: la panchina della nazionale azzurra resta un'opzione, così come quella di Milan, Inter e, perché no, Roma.
Dopo di che, bisognerà capire chi prenderà il suo posto alla guida dei Blues. Ricordando anche quanto Abramovich apprezzi la scuola italiana, essendo passato da Vialli, Ranieri, Ancelotti e Di Matteo prima di arrivare appunto a Conte. E qui potrebbero entrare in ballo Allegri e Sarri: apprezzati ovunque, in Italia e non solo. Corteggiati, stuzzicati, lusingati e quant'altro. Sulla carta non disponibili, ma poi chissà: l'attuale tecnico della Juve è sotto contratto fino al 2020 e, al di là delle dichiarazioni ufficiali rese anche di recente («Sono già in una grande squadra e ci sto bene»), pure lo scorso giugno si prese un paio di giorni di riflessione prima di proseguire la sua avventura in bianconero.
Anche la scadenza di Sarri è 2020, ma qui il discorso è un po' più complesso perché il tecnico toscano potrebbe esercitare una clausola di uscita pagando (meglio: facendo pagare al suo nuovo datore di lavoro) 8 milioni: De Laurentiis vorrebbe evitare di correre il rischio di perderlo, ma il tecnico per adesso nicchia. «Il rinnovo è il mio ultimo pensiero ha dichiarato di recente -. L'unica clausola che conta è che io non consideri il ciclo finito: se penserò che ci siano margini di miglioramento, il problema non si porrà. Tra una decina di giorni valuteremo se togliere queste clausole. Se conosco l'inglese? L'ho studiato 30 anni fa e avrei bisogno di una bella rinfrescatina».
Nel frattempo, campionato. Domani sera con la Juventus a Firenze, sabato sera con il Napoli che ospiterà la Lazio: Allegri festeggerà le duecento panchine bianconere, Sarri le cento in serie A con il Napoli. Due bei traguardi, non c'è che dire. Con lo scudetto che riguarda ormai solo loro due, ché gli altri concorrenti si sono staccati strada facendo. Sarà uno sprint lunghissimo, in attesa dello scontro diretto da giocarsi allo Stadium il 22 aprile: la Signora ha già vinto all'andata, ma al momento è un punticino indietro e, insomma, le due formazioni vanno considerate alla pari. Semmai, il calendario delle prossime quattro giornate pare strizzare leggermente l'occhiolino ai partenopei: detto del turno ormai alle porte, i bianconeri giocheranno poi il derby all'Olimpico, riceveranno l'Atalanta e renderanno visita alla Lazio giocando quindi tre volte su quattro in trasferta. Mentre il Napoli riceverà la Spal, andrà a Cagliari e accoglierà la Roma disputando quindi tre match su quattro davanti al pubblico amico: potrebbe essere il momento buono per cercare di dilatare il vantaggio e fare venire qualche dubbio in più alla Juventus circa la possibilità di acchiappare il settimo scudetto di fila.
E' chiaro comunque che il solo fattore campo non basterà: per questo Sarri ha tirato un sospiro di sollievo quando gli hanno comunicato che Mertens potrà recuperare per sabato. Di suo, la Juve avrà Douglas Costa ma sarà ancora priva di Dybala, la cui assenza finora è stata mascherata più che discretamente.
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