"Il nostro segreto è lavorare come se avessimo perso. E ora vogliamo il Mondiale"

La capitana delle azzurre del volley Anna Danesi si racconta. Domani l'Italia debutta contro la Slovacchia

"Il nostro segreto è lavorare come se avessimo perso. E ora vogliamo il Mondiale"
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L'Italvolley delle Invincibili prepara l'assalto al Mondiale. Sull'onda di ventinove vittorie consecutive e dei successi all'Olimpiade e in Nations, dal 22 agosto in Thailandia sarà ancora Anna Danesi a guidare da capitana la spedizione azzurra. Sognando l'ultimo successo che manca alla collezione di un gruppo che sta facendo la storia della pallavolo.

Un anno dall'oro di Parigi: cosa prova a rivivere quei momenti?

"A volte la mente corre a quel ricordo quando meno te lo aspetti, ed è una sensazione bellissima. L'11 agosto, a un anno esatto dalla finale olimpica, Velasco ci ha detto una frase importante: Guardiamo al futuro, ma ricordiamoci che un anno fa siamo diventati campioni olimpici".

Un punto d'arrivo, ma che per questa Nazionale sembra esser stato un punto di partenza.

"Vincere porta a vincere, specialmente quando hai la fortuna di giocare con campionesse che non vogliono fermarsi e hanno fame di altri successi. Abbiamo provato l'ebbrezza di farlo nella competizione più importante, ma quest'anno c'è il Mondiale: è l'ultimo oro che manca a questo gruppo, e la vittoria in VNL ci ha dato ulteriore carica".

Unico successo azzurro nel 2002: qualche ricordo di Anna Danesi bambina?

"Avevo solo sei anni e ad essere sincera non ho ricordi personali di quel Mondiale, anche se ovviamente ho visto molti video di quelle partite storiche e dei festeggiamenti dopo la vittoria. Non diciamolo troppo forte, ma sarebbe bello rinfrescarci la memoria tra qualche settimana".

L'oro in VNL è stato il secondo da capitana: ormai ci ha preso gusto.

"Stavolta è stato anche più particolare, se vogliamo, perché oltre alla medaglia ho avuto il compito di alzare la coppa. È successo proprio nell'anno in cui è cambiato il protocollo, col trofeo che non viene più consegnato ma viene portato sul podio direttamente dal capitano della squadra vincitrice. Peccato che non mi avessero avvertito di quanto fosse pesante! Scherzi a parte, è stata una grande soddisfazione, in una VNL un po' diversa dall'anno scorso: abbiamo avuto davvero bisogno di tutte, dalle tappe intermedie fino alla finale col Brasile chi è entrato dalla panchina ha fatto la differenza. La forza del gruppo è uno degli aspetti più positivi che ci portiamo dietro, insieme all'essere riuscite a imporci abbastanza nettamente anche nelle occasioni in cui abbiamo giocato sotto al nostro standard, come ci è successo nei quarti e in finale. Vincere anche senza giocare bene ci dà ancora più fiducia per il Mondiale".

Velasco ha detto: "Queste ragazze sono speciali, lavorano come se avessero perso, nonostante abbiano vinto tutto".

"Julio ci ha trasmesso la sua mentalità vincente fin dal primo giorno. Il resto lo fanno giocatrici di altissimo livello che non si accontentano mai, in ogni allenamento. Prendete Monica De Gennaro: per lei non è sufficiente una buona ricezione, ma pretende da se stessa la giocata perfetta. Tutto questo viene riportato in campo: abbiamo vinto le Olimpiadi e la terza VNL in quattro anni, ma negli ultimi mesi il Mondiale è sempre stato il nostro pensiero fisso. Giocarlo da favorite non ci pesa, anzi: sapere che tutte vorranno batterci ci farà alzare ancora di più il livello".

In mezzo alle medaglie, la terza laurea e un libro.

"Ora che ho finito di studiare rischio di annoiarmi, non riesco a star ferma e sono sempre in cerca di nuovi stimoli e di cose da fare.

L'affetto che ho ricevuto dopo la pubblicazione del libro è stato sorprendente. La cosa più bella è essere fermata per strada e ricevere complimenti non tanto per i successi sportivi, ma per la persona che hanno scoperto fuori dal campo".

Tv: domani 15,30 Italia-Slovacchia Rai2

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