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Inter, non solo Thula

Prima per una notte. I gol di Thuram e Lautaro nel poker nerazzurro, il Como non perdeva da 3 mesi E ora testa al Liverpool di martedì

Inter, non solo Thula
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Tanta Inter, bella davvero. Troppa per Fabregas e il suo Como, ma quando l'Inter gioca così, sono pochi quelli che possono salvarsi. Risultato tondo e cattivo, 4-0 da fuochi artificiali per regalarsi una notte di nuovo in testa al campionato, per spaventare quelli che giocano oggi e domani, per preparare senza zavorre la sfida di martedì al Liverpool. Chivu si appunta sul petto la medaglia della sua vittoria finora più bella, proprio in faccia al collega dal cui no ha ereditato la panchina nerazzurra. Una soddisfazione doppia, anche se certo non può confessarlo ("quelli sono i titoli di giornale, a me non interessa", dice in verità un po' stizzito). Una vittoria anche di Marotta, che a giugno riuscì in poche ore a scavalcare il rifiuto di Fabregas.

La apre Lautaro, la chiude Thuram che raddoppia, ma stavolta c'è altro oltre la ThuLa e non solo nel tabellino, completato nel finale da Calhanoglu (da fuori area) e Carlos Augusto (da destra, col sinistro). C'è la corsa superiore, l'attenzione ai dettagli in ogni zona del campo, c'è persino la prima partita con la maiuscola di Luis Henrique, scelto infine dal tecnico per la fascia destra e autore della galoppata con assist a Lautaro, che col destro va in gol dopo appena 11 minuti. E già lì, l'Inter aveva avuto altre due palle gol clamorose.

Fabregas le regala un tempo, anche se non lo ammette e preferisce riconoscere i meriti altrui. "L'Inter è frustrante, ci ha impedito di fare il nostro gioco". Forse sorpreso, forse tradito (male Addai, non bene Nico Paz), di certo la sorte gli è amica perché gli concede la chance di cercare la rimonta nella ripresa, complici gli errori nerazzurri. "Avremmo potuto fare anche meglio, ma nel prenderli così alti abbiamo sprecato molte energie", spiega Chivu. Così dopo l'intervallo, lo spagnolo mette dentro Diao a sinistra, sposta Rodriguez a destra, porta Nico più vicino a Douvikas di quanto non fosse stato a Morata (fuori alla mezz'ora per un guaio muscolare) e il Como si affaccia in partita. Un quarto d'ora all'assalto, un paio di occasioni importanti, Thuram, bravo e furbo a correggere di punta un angolo avvelenato partito dal piede mancino di Dimarco, segna il 2-0 che spiana il finale all'Inter e trasforma il finale in passerella. Solo una volta, l'anno scorso contro Lazio (1-5 in casa), il Como di Fabregas - al primo ko dopo tre mesi - aveva perso in maniera così netta. L'Inter si conferma macchina da gol, sono già 49 in stagione (20 partite), dai 5 al Venezia ai 4 al Como: 9 in 3 giorni.

Chivu ha lasciato la palla a Fabregas un po' più di quanto l'abbia tenuta lui (45% vs 55%) ma ha saputo anticiparlo in ogni zona scoperta, correndo di più e meglio, soprattutto nel primo tempo, quello con l'Inter più bella, anche se poi la voragine si è aperta nel finale (un gol annullato e un altro paio sbagliati di poco), ma lì non era già più una partita. Piuttosto una festa, come l'esultanza di Chivu, che scherza rivedendosi in tv, "sono proprio un cretino".

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