Dopo la scoppiettante e favolosa estate ungherese all'insegna delle conferme (Paltrinieri), degli exploit (Pellegrini) e delle prime volte (Detti e Quadarella), l'Italnuoto torna ad indossare cuffie, occhialetti e costumi e si rituffa per una nuova si spera altrettanto esaltante e vincente stagione in piscina.
Da questa mattina, infatti, si fa sul serio alla Royal Arena di Copenaghen dove Paltrinieri e compagni scenderanno in acqua per il campionato europeo in vasca corta, preludio dell'appuntamento clou, ossia l'Europeo - quello sì più atteso in vasca lunga che si terrà a Glasgow nei primi giorni di agosto.
Va da sé che la Nazionale del cloro, orfana di Filippo Magnini il capitano agli Assoluti di Riccione, col microfono in mano, tra la commozione e la sorpresa generale di amici e colleghi, ha annunciato l'addio alle gare - e di Gabriele Detti oro negli 800 sl agli ultimi Mondiali di Budapest ma costretto a dare forfait per un problema alla spalla - arriva in Danimarca con molti dubbi, incognite e poche certezze. In primis perché la Divina Pellegrini ha abbandonato (per sempre?) gli amati 200 nella quale è campionessa europea e mondiale in carica scegliendo, invece, di buttarsi a capofitto sulla velocità (nei 100 sl la medaglia sembra un traguardo impossibile, anche se mai dire mai con Federica). Di più, perché persino Greg Paltrinieri, non è poi così scontato che riesca a difendere lo scettro di re dei 1500 anche se due anni fa in Israele si prese l'oro con tanto di primato del mondo - gara dove dovrà tenere a bada Romanchuk, l'ucraino che si è allenato ad Ostia assieme agli allievi del Moro e che fece penare Gregorio a Budapest.
«Per me racconta Greg, subito in acqua nei 400 sl (batterie ore 9:30, finali dalle ore 17 su RaiSport) l'europeo chiude una super annata con mondiale ed universiade da protagonista e l'esperienza in Australia, dove tornerò per altri tre mesi. Sto conoscendo un mondo diverso; ho variato un po' l'allenamento e sono curioso di vedere l'effetto che fa». Sarà altro show?
«Il nostro medagliere spiega il ct azzurro Butini sarà condizionato dalle assenze di Detti e della Di Pietro, anche in ottica staffette. Siamo un gruppo eterogeneo per l'età, tra i 36 azzurri figurano tre atleti nati tra il 1998 e il 2001, ma omogeneo nella qualità». Tradotto: è giunta l'ora che le nuove leve, verso Tokyo 2020, sfruttino a dovere il palcoscenico continentale per raccogliere quanto di buono seminato nelle categorie giovanili (vedi Martinenghi).
E che magari un Sabbioni, un Orsi o uno Scozzoli (dietro il marziano Peaty per lui e Martinenghi oggi c'è speranza di podio nei 50 rana), possano giocarsi la medaglia così come Paltrinieri e la Quadarella, quest'ultima bronzo iridato nei 1500. Il mezzofondo, in fin dei conti, resta la sola e unica certezza italiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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