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La A è la nuova regina del gol ma in Europa serve la difesa

La A è la nuova regina del gol ma in Europa serve la difesa

Grande entusiasmo per i gol realizzati in serie A (abbiamo la media migliore d'Europa), numeri mai visti dalle nostre parti, merito di uno spirito nuovo portato al gioco di attacco, come ha detto José Mourinho che ha scoperto un'altra Italia, rispetto a dieci anni fa quando lui abbandonò l'Inter e l'Italia per andare a trovare gloria in Spagna e a Madrid. Per la proprietà transitiva e anche logica all'alto monte reti dovrebbe però corrispondere la fragilità delle difese ed è questo il punto centrale dell'eventuale dibattito. Viste cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare in serie A, a forza di stendere le lenzuola pulite (al secolo clean sheat) non ci siamo accorti dei portieri con le mani di burro e così di difensori distratti, al punto che la coppia dei migliori stopper, campioni d'Europa, supera i settant'anni e le alternative non offrono uguali garanzie, non soltanto di esperienza. Gianni Brera sosteneva che la partita perfetta avrebbe fornito il risultato di zero a zero, dunque zero errori anche se molte conclusioni, là dove i portieri paravano, i difensori difendevano, i centrocampisti organizzavano e gli attaccanti attaccavano. Il marasma tattico, il calciatore universale ha riempito gli occhi e anche i conti correnti degli attori ma ha impoverito quella era la nostra scuola, con gli ultimi illustri docenti, in ordine sparso da Gentile-Collovati-Scirea a Nesta-Maldini-Baresi a Cannavaro-Materazzi per non andare troppo in là con i ricordi e con il tempo (basterebbe Carlo Parola e la sua rovesciata, illustrata per anni sulle figurine Panini). Ma è anche vero che assistiamo a partite più divertenti, là dove gli errori passano in secondo piano. L'esempio più recente riguarda il derby di Roma con la precisione delle giocate laziali e le sciagure della terza linea di Mourinho ma si possono aggiungere le deficienze del reparto arretrato juventino, una volta preso ad esempio per robustezza e cinismo e oggi una ciambella con al centro il buco.

Se è vero che l'occhio voglia la sua parte, non dimentichiamo che, alla fine, cioè al 90', debba vincere il cervello.

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