Nuovo stop per gli ultrà indesiderati: continua la linea dura di Inter e Milan

Smentita l'apertura alla black list, nel mirino pure gli incensurati. I legali insistono: "Faremo causa"

Nuovo stop per gli ultrà indesiderati: continua la linea dura di Inter e Milan
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I tornelli girevoli di San Siro tornano a chiudersi per qualche centinaio di ultrà di Inter e Milan considerati "non graditi". Dopo che il processo "Doppia curva" con le condanne dei rispettivi capi Andrea Beretta e Luca Lucci ha confermato gli intrecci tra 'ndrangheta e tifoserie con interessi su traffici di droga, armi, parcheggi e merchandising - mentre il destino dello stadio Giuseppe Meazza è appeso al futuro di Beppe Sala a Palazzo Marino - le due società sembrava avessero deciso di ritrattare la decisione di adottare una sorta di black list di ultras colpiti da Daspo, multati o pizzicati in risse e scontri in alcuni settori come il secondo anello blu per il tifo rossonero e il secondo verde per l'Inter. Tanto che giovedì sera al Baretto fuori dallo stadio, un po' a sorpresa, presenti i leader della Nord Nino Ciccarelli e Gianni Borriello detto Fish, il capo ultrà Tony di Modugno ha ammesso che l'Inter aveva fatto un passo indietro, appena prima di dare appuntamento a tutti per il 21 agosto: "Al 99% potremo fare le tessere, tutte quelle che sono state bloccate".

Possibile? L'euforia è durata poco, giusto il tempo perché le immagini e i proclami venissero pubblicati sui social da Klaus Davi, presente in mezzo ai tifosi, che è arrivato il dietrofront. Tra le misure che sarebbero state "suggerite" da Procura, Questura e Viminale - con le società parti civili perché danneggiate - ci sarebbe anche il blocco ad alcune sigle storiche del tifo organizzato, con misure particolarmente invasive come il riconoscimento facciale ai tornelli, su cui da tempo l'Europa si interroga e che il Garante della privacy vorrebbe concedere solo per specifici motivi (rapimenti di minore, caccia agli scomparsi e ai predatori sessuali, eccetera).

Contro l'eventuale blocco degli abbonamenti stanno lavorando i legali di Inter e Milano Mirko Perlino e Jacopo Cappetta, convinti che difficilmente un'eventuale class action

già annunciata per discriminazione e violazione del diritto di prelazione non li veda vincenti in tribunale, soprattutto se (come sembra) nella black list ci fossero tifosi incensurati, privi di precedenti e mai daspati.

"Un conto è prendere le distanze da chi è stato condannato in primo grado, un altro è chiudere le curve. Senza i soldi degli abbonamenti come fanno a comprare i giocatori?", maligna un ultrà rossonero, che ricorda come il Milan abbia uno dei più alti indici di riempimento dello stadio.

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