Obiettivo Milan più forte E Mr. Bee studia i conti

Berlusconi vuole rinforzare. Intanto ieri a Milano gli uomini del thailandese hanno visionato la contabilità. Il club sullo stadio: «Anche non al Portello...»

Obiettivo Milan più forte E Mr. Bee studia i conti

Nell'affare Milan qui inteso come trattativa per (l'eventuale) cessione di quote (minoranza o maggioranza si vedrà, a seconda della valutazione del brand non ancora realizzata dall'azionista di maggioranza) del club berlusconiano, è cosa buona e giusta riportare indietro molte lancette degli orologi mediatici. Chi ha già distribuito incarichi, mansioni tecniche e assegnato persino la presidenza del futuro Milan a scadenza immediata, sarà bene che ricominci dalla prima stazione. Sulla vicenda infatti si sta realizzando la stessa scenetta divertente vista in un film di molti anni fa allorquando un improbabile compratore di un cinema di Roma s'informò sul prezzo da pagare e si convinse di essere già il nuovo padrone del locale a tal punto da mandare i suoi parenti a vedere un film in quella sala senza passare dal botteghino ma esibendo come lasciapassare la famosa frase all'italiana «siamo i figli del nuovo proprietario». Nella finzione cinematografica i malcapitati furono presi a calci nel sedere dalle "maschere" del cinema. Qui a Milano, anno di orribile grazia calcistica 2015, è diverso lo scenario ma il rischio, per qualche chiacchierone bolognese, è identico. A furia di anticipare mosse e contromosse, acquisto di quote sempre più consistenti, tra un po' si ritroveranno ai tornelli di San Siro e magari… chiederanno di entrare senza pagare il biglietto!

Per tornare alla realtà, quindi al netto delle fantasie, ieri si è verificato un passaggio importante. I professionisti di mister Bee si sono presentati presso uno studio professionale del centro di Milano, selezionato come "data-room", dove sono stati depositati i documenti contabili del Milan, per prenderne completa visione e accelerare così l'operazione due-diligence che deve essere ultimata entro il 30 aprile. A tal proposito val la pena ripetere, per l'ennesima volta, che nel memorandum fissato in occasione di uno degli incontri avvenuti ad Arcore tra il broker thailandese e Silvio Berlusconi, non è stata inserita alcuna penale né una eventuale esclusiva (confermata dalla presenza di un gruppo cinese interessato alla stessa operazione). Questo passaggio dell'operazione deve anche far pensare a cosa succederà in vista del prossimo mercato, da portare a termine entro giugno, prima dell'inizio canonico del ritiro: non c'è lo spazio operativo perché un passaggio così complicato e articolato possa avvenire nel giro di due mesi. A tal proposito, basta consultare, come riferimento, le date della trattativa Moratti-Thoir per l'Inter: non durarono certo qualche settimana.

Tra l'altro che il Milan targato Silvio Berlusconi continui a lavorare secondo i propri piani strategici è dimostrato da un altro dettaglio. Sempre ieri, a Milanello, ai margini di una presentazione di uno sponsor, Mauro Tavola della divisione marketing del club, ha precisato che «il primo pensiero per la costruzione del nuovo stadio è l'area del Portello ma andremo avanti anche nel caso non dovessimo vincere il bando». Questo significa che qualunque sia il verdetto di fondazione fiera, il Milan continuerà a lavorare per lo stadio di proprietà che, a leggere i propositi del gruppo di lavoro guidato da Barbara Berlusconi, avrà la caratteristica "corporate". Cioè sarà aperto agli sponsor e ai partner commerciali (il 15% della capienza, circa 7mila posti sui 52mila previsti). Non solo.

Sarà estesa la cartellonistica oltre la zona a bordo campo, come hanno fatto in Francia quelli del PSG, anche negli spazi del primo anello e sulle balconate. Per capirsi: meno striscioni (degli ultrà) che procurano solo grattacapi e più pubblicità, che è poi l'anima del prossimo calcio all'italiana.

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