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L'attacco a Mancini: "Lo odio, volevo che perdesse..."

L'ex terzino del City, Wayne Bridge attacca il ct della Nazionale: "Non ho mai provato amore per lui, tatticamente non è così bravo..."

L'attacco a Mancini: "Lo odio, volevo che perdesse..."

"Mi ha fatto davvero male perché odio Roberto Mancini, tutti sanno che non lo amo. Non direi che è il peggiore che ho avuto, ma tatticamente non è eccezionale". Lo ha detto l'ex calciatore del Manchester City, Wayne Bridge durante la trasmissione The Big Stage di Bettingexpert.

Lo storico successo dell'Italia a Wembley fa ancora tanto male agli inglesi. La conquista dell'Europeo con Roberto Mancini, assoluto protagonista, ha ferito in modo particolare uno dei suoi ex calciatori ai tempi del City, Wayne Bridge. L'ex terzino sinistro, famoso soprattutto per il triangolo amoroso con John Terry e la sua ex compagna Vanessa Perroncel, trovò Mancini sulla sua strada nell'annata 2009, alla guida del Manchester City, subito dopo l'esonero di Mark Hughes. Tra i due il rapporto ai Citizens non funzionò benissimo tanto che ben presto l'arrivo del francese Clichy gli precluse il posto da titolare e lo costrinse ad andare in prestito al West Ham.

Di sicuro Bridge non avrà dimenticato quel periodo e non nasconde che la vittoria dell'Italia sia stata per lui un duro colpo: "Mi ha fatto davvero male perchè odio Mancini, tutti sanno che non provo amore per lui. Non direi che è il peggiore che io abbia mai avuto, ma tatticamente non è poi così bravo. Ma quello che ha fatto è stato grande ed è una cosa che mi costa dire. La mia famiglia non era solamente contenta perchè stava vincendo l'Inghilterra, ma anche perchè Mancini 'stava perdendo, quindi è stata una cosa ancora peggiore. Non l'ho mai capito come allenatore. Al Manchester City ha vinto la Premier League, quindi i tifosi lo adorano, ma se guardate ai calciatori e alla squadra che aveva, l'ha vinta grazie a loro, non perchè è un buon tecnico".

Ma cosa non è piaciuto a Bridge di quell'esperienza? Lo spiega lui stesso. "Ho avuto problemi con lui, abbiamo lavorato assieme per alcuni mesi, siamo andati d'accordo ma gli allenamenti non mi piacevano per niente. Facevamo tattica contro delle sagome e come terzino ti diceva 'la devi passare a lui o a lui, se la passi di qua corri di là, se la passi di qua corri di là'. Ti dava due opzioni e ti faceva allenare contro delle sagome e questo non è calcio.

Craig Bellamy ha provato a chiedere qualcosa, tipo 'che succede se in partita qualcuno fa questo' e Mancini gli ha risposto 'zitto', l'ha mandato a casa e non lo ha fatto tornare agli allenamenti. Ed è una cosa che da un allenatore non capisco".

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