Londra corre: meno cento. Londra fugge da se stessa e dal suo strano destino. È pronta, dicono, scrivono, urlano. Pronta soprattutto a farsi la domanda: perché? Già: perché? Perché il suo record dev’essere quello dell’unica città olimpica inseguita dal fantasma dell’austerity? L’unica volta nella storia in cui i Giochi furono fatti in ristrettezze economiche fu nel 1948: a Londra. La guerra era finita da tre anni, il primo ministro britannico Clement Attlee disse che un Paese affaticato dalla ricostruzione non poteva permettersi di spendere soldi per le Olimpiadi. Il budget di 760mila sterline fu coperto interamente dagli sponsor. Furono Giochi strani: i primi di sempre a essere trasmessi in televisione e però anche quelli in cui il comitato organizzatore ebbe difficoltà a trovare alloggi e cibo sufficienti per gli atleti.
Londra è pronta, sì. Sessantaquattro anni dopo, la sorte le ha rimesso il carico dell’austerity. Diversa. Allora la guerra, oggi la recessione globale. Meno cento ai Giochi della crisi. Londra si trascina il peso di doversi controllare: non è tempo di follie alla Pechino o alla Sydney, non è l’era degli sperperi, della sfacciataggine dell’opulenza, della spensieratezza degli atleti ricchi e famosi. Saranno le Olimpiadi con più pubblico televisivo della storia, però i due terzi degli spettatori in tutto il mondo si troveranno in condizioni economiche peggiori rispetto a quattro anni fa. È la maledizione di Londra, questa. La città che ha inventato la finanza moderna e che fra tre mesi sarà il palcoscenico dello spettacolo sportivo che soffre dei guai che la finanza ha creato. Bella anomalia.
Bella sfortuna. Perché i numeri raccontano il disagio che vivono città e Paese. Avrebbero dovuto spendere 9 miliardi di sterline per i Giochi, e alla fine invece ne hanno spesi 15,4. Il doppio, quasi.
La domanda che gira nei giornali, a Downing Street, nella sede del comitato organizzatore è: come si presentano i Giochi della nuova austerity? Si tiene un basso profilo?Oppure si ostenta la spensieratezza e le spese per scacciare il fantasma della crisi? Londra sarà pronta, ma non ha ancora capito come fare.
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