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Ora Ronaldo è certo: addio al Real Tra United e Cina, spunta il Napoli

Serve una pioggia di milioni. Ma il legame con Ancelotti può esser la leva

Ora Ronaldo è certo: addio al Real Tra United e Cina, spunta il Napoli

«Separarsi e dirsi ciao» intonavano i Matia Bazar a Sanremo nel 1978. Cristiano Ronaldo sarebbe nato sette anni dopo, ma i versi della canzone sintetizzano quanto sta accadendo tra CR7 e il Real Madrid, arrivati al capolinea dopo nove anni di matrimonio consumato. Il culebrón (telenovela) dell'estate, l'hanno fatta brillare ieri al quotidiano portoghese Record titolando a caratteri cubitali «Ronaldo vai sair do Real».

Del possibile addio se n'era parlato nelle ore successive al trionfo merengues sul Liverpool. Era stato lo stesso Pallone d'Oro a pronunciare la frase sibillina «è stato bello stare nel Real Madrid», salvo poi, per ordini di scuderia, correggere il tiro con un più rassicurante «vincerò ancora molto con questa maglia». Le parole a caldo nella notte di Kiev sono quelle che hanno fatto presa, mettendo a nudo un rapporto che si sta logorando tra l'asso lusitano e il presidente Florentino Perez. Le ragioni del divorzio andrebbero ricercate in ambito economico: Ronaldo vorrebbe un sensibile aumento di stipendio, passando dagli attuali 21 milioni netti a stagione ai 40 che guadagna Messi nel Barcellona. A soffiare sul fuoco del gioco al rialzo ci sarebbe il suo manager Jorge Mendes che fa leva non solo sulle stagioni mostre di CR7, ma soprattutto sul triplete di Champions.

Questa almeno la versione madridista, anche se in realtà Ronaldo starebbe ardendo dal desiderio di rimettersi in gioco, di accettare una nuova sfida, di cercare stimoli che dalle parti di Valdebebas non riescono più a sedurlo. E allora prepariamoci a un'estate al cardiopalma, tra false piste, annunci, proclami e smentite. A pensarci bene non sono poi molte le pretendenti all'extraterrestre. Si è parlato del Psg, ma il campionato francese non è competitivo e l'equipe parigina, alle prese con le grane del fair play economico imposto dall'Uefa, non ha al momento mercanzie per adularlo. Sulla pista cinese (lo Shanghai Shenuha gli offre 120 milioni a stagione) pesa la mediocrità del torneo, senza contare che allontanerebbe il giocatore da quei circuiti mediatici ed economici che ad oggi hanno fatto lievitare le sue fortune monetarie. Si è parlato di un ritorno al Manchester United: Mourinho lo accoglierebbe a braccia aperte, i due condividono lo stesso procuratore, ma i Red Devils danno l'impressione della classica minestra riscaldata. In attesa di fare, la pista della suggestione che porta a Napoli non è ostruita come la Salerno-Reggio Calabria. Ancelotti a Madrid ha lasciato un ottimo ricordo, anche e soprattutto di natura umana. La vecchia guardia, quella che ha ostacolato Mourinho e lo stesso Zidane, non ha mai lesinato parole d'elogio per Carletto, fino a definirlo, parole di Sergio Ramos, «il miglior psicologo che il calcio possa contemplare». Gira e rigira si torna alle parole dei Matia Bazar, e a colui che «avrà la forza per continuare il viaggio fino a Sud».

Napoli sogna, costa poco, e poi non è così impossibile.

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