Oro e record per la donna di ferro

Hosszu vince i Giochi dopo 5 mondiali e un milione in banca

Sergio Arcobelli

La donna di ferro. Mai sostantivo fu tanto appropriato per Katinka Hosszu. Quel soprannome le fu affibbiato a Pechino nel 2012 quando, in una delle tante tappe di Coppa del Mondo, la nuotatrice magiara prese parte a ben otto finali in due soli giorni. E vinse cinque medaglie. Nessuno riusciva a capacitarsene, tanto che i giornalisti orientali si domandavano: «Ma è di ferro?». Da lì il soprannome «Iron Lady», che sarebbe apparso nelle testate locali all'indomani di quell'impressionante filotto di gare. Perché l'idea sposata dalla magiara è oltremodo chiara: allenarsi gareggiando. Senza soste. Così ha voluto Shane Tusup, marito, allenatore e manager di Katinka. Si sono conosciuti all'università della Southern California e da allora non fa che dominare. «Se riesco a gareggiare come ho fatto negli ultimi anni, credo ci sarà da divertirsi» aveva dichiarato alla vigilia della rassegna olimpica. Nelle ultime quattro stagioni, infatti, la Coppa del Mondo è finita nelle sue mani e per due volte è stata nominata nuotatrice dell'anno. Oltre a ciò, la Hosszu è anche diventata la prima donna a guadagnare un montepremi di un milione di dollari, più di qualunque altra nella storia di questa disciplina. Ma i soldi non sono sempre tutto. Mancava qualcosa al palmarés della magiara, figlia di un hall of fame del basket. Prima di Rio, infatti, la magiara aveva preso parte a tre edizioni dei Giochi Olimpici ma senza medaglie. Ma come, l'inarrestabile Katinka non è mai salita sul podio olimpico? Ebbene sì, perché nel nuoto gareggiare ogni volta e in ogni dove non è sempre la scelta corretta. La Hosszu lo scoprì quattro anni fa a Londra, dove a sorpresa finì solo quarta nei 400 misti. A imporsi era stata la 16enne cinese Ye Shiwen, che stabilì il primato del mondo; un record che fece discutere (venne poi accusata di aver fatto uso di doping), poiché raggiunto con un ultima vasca persino più veloce degli uomini. «Se non vinco una medaglia a Rio, va bene lo stesso» confessava la Hosszu alla vigilia. Ma in Brasile la 27enne di Pécs si sarebbe finalmente presa la rivincita.

Nella finale dei 400 misti, la magiara non solo è riuscita a conquistare la prima medaglia della carriera, ma ha vinto l'oro con tanto di record del mondo, limando di oltre due secondi il crono già mostruoso della cinese. Dalla scorsa notte ha colmato l'unico vuoto che le mancava. Non a caso è l' «Iron Lady».

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