Palestina tra calcio, Arafat e ricordi di guerra

Palestina tra calcio, Arafat e ricordi di guerra

Dove la politica zoppica, lo sport ci arriva sempre di corsa. La Palestina, che fatica a essere riconosciuta dai governi, è un concetto tutt'altro che astratto per la Fifa. Blatter ha legittimato ormai dal 1998 l'esistenza di una nazionale e domenica, contro il Giappone, è arrivato addirittura l'esordio nella Coppa d'Asia. Il risultato, 4 a 0 per i samurai che furono di Zaccheroni e oggi allenati dal messicano Aguirre, conta poco.

L'importante è davvero esserci in Australia, dove si sta svolgendo la kermesse continentale. La squadra è assemblata da calciatori che provengono da Gaza e dalla Cisgiordania, dove per il diktat israeliano si giocano due tornei separati. A rafforzarla ci sono palestinesi che giocano in Egitto e addirittura in Svezia. Entrati in squadra, come l'attaccante 21enne Mahmoud Eid, dopo aver inviato un video alla federcalcio. Per motivi di sicurezza la squadra si è allenata nelle scorse settimane in Qatar, principale finanziatore dei palestinesi, e non solo in ambito sportivo. Toccante è stata, l'altra sera all'Hunter Stadium di Newcastle, l'immagine degli undici ragazzi che hanno potuto cantare sulle note del "Mawtini" (patria mia), con la mano sul cuore, al collo la kefiah in omaggio ad Arafat, indossando una maglietta che è stata disegnata dai tifosi e selezionata nel corso di un sondaggio su internet.

Il ricordo, come per altro ha rivelato il capitano e portiere Ramzi Saleh, è andato ad Ahed Zaqout, calciatore morto durante l'offensiva israeliana "Margine di Protezione" della scorsa estate. «E a tutti quei colleghi che per divieti imposti dalle autorità di Tel Aviv non hanno ottenuto il visto per partecipare a questa trasferta». E se scrittori israeliani come Grossman, Oz e Yehoshua firmano petizioni per scuotere l'opinione pubblica e lo stesso Netanyahu circa il riconoscimento palestinese, a Gaza e Ramallah per qualche giorno si parla di pallone.

I temi affrontati sono da omologazione: la squadra ha perso (male) e le prossime due partite contro Giordania e Iraq saranno decisive per il futuro del tecnico Saeb Jendeya. Secondo il quotidiano Al Ayyam andrebbe cacciato. Tra i nomi per sostituirlo circola anche quello del brasiliano Zico, ingaggiato con i soldi degli sceicchi di Doha.

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