Un'Italia a più punte. Questo è il verdetto dei campionati europei di vasca corta in Israele. Dalle conferme di Paltrinieri e Pellegrini, unici atleti a salire sul podio agli ultimi Mondiali di Kazan a livello individuale, alle rivelazioni Orsi, Detti e Sabbioni. Una Nazionale azzurra che ha dimostrato una polivalenza sorprendente: si è passati dai successi di Greg e Gabriele nel mezzofondo alle affermazioni nella velocità di Orsi e Sabbioni, nel mezzo la solita imbattibile Fede.La rassegna continentale ha ribadito che il ricambio generazionale dell'Italnuoto è ben avviato con i vari Rivolta, Sabbioni, Gattuso. Anche se è toccato nuovamente a Filippo Magnini, a cui è sfuggito il podio nei 200 stile, continua a trascinare i più giovani. Arrivato alla medaglia numero 51 della carriera tra Olimpiadi, Mondiali e Europei, il pesarese è dietro solo a Massimiliano Rosolino (a quota 60).Proprio al napoletano, oro a Sydney 2000 e Fukuoka 2001 nei 200 misti, abbiamo chiesto di commentare i recenti risultati di Netanya: «Tutta la spedizione ha fatto un grande Europeo, tutti gli atleti si sono migliorati e questo fa ben sperare in vista di Rio. Vuol dire che il movimento italiano è in netta crescita».
Ai prossimi Giochi occhi puntati su Paltrinieri, dunque.
«Gregorio ha timbrato un tempo eccezionale. Di solito la vasca corta è di passaggio, invece...».
Lei condivide con Paltrinieri l'oro continentale in vasca corta nella stessa gara e l'esperienza in Australia. Che consigli puo dare al carpigiano?
«Adesso deve solo pensare a Rio e stare tranquillo a casa sua. Perciò niente Australia. Per fortuna può contare su Detti (il compagno di allenamenti giunto secondo, ndr). Devo ammettere che non pensavo Gabriele riuscisse a ritoccare il record italiano nei 400 dopo essere stato male in estate. Vuol dire che dietro queste prestazioni i due ragazzi hanno una forte consapevolezza dei propri mezzi. Sarebbe bello vederli assieme su un podio olimpico».
Binomio Gregorio-Gabriele come Rosolino-Brembilla?
«La doppietta dei 1500 sl mi fa venire in mente le sfide in acqua tra me ed Emiliano. Noi eravamo protagonisti di grandi battaglie e tutti avevano piacere nel guardarci. Lo stesso discorso vale per Greg e Gabriele».
Una sorta di passaggio di testimone, dunque.
«Fino a poco tempo fa si diceva che gli stranieri avevano qualcosa in più rispetto a noi nel mezzofondo. Invece devo fare i complimenti a Stefano Morini, che zitto zitto sta svolgendo un lavoro fantastico con il gruppo d'allenamento di Ostia».
Fede&Filo si fermeranno dopo Rio?
«Fede per me potrebbe ancora gareggiare, visto che non fa più carichi mostruosi. Quello che mi è piaciuto della Pellegrini è che ha deciso di nuotare solo quello che le piace. Trovo giusto che abbia deciso di concentrarsi sui 200 sl e sulla staffetta, dove potrebbe conquistare una medaglia. Può fare meglio del 2015, ma tutto dipende dalle americane (Ledecky e Franklyn ndr), che giocano a nascondersi tutto l'anno e poi quando conta ci sono sempre. Filippo, invece, è esploso tardi rispetto a Federica. Lui sta dimostrando a 33 anni di avere un motore più integro rispetto a quando nuotavamo assieme. Comunque, è anche vero che per essere competitivi bisogna dedicarsi a tempo pieno».
In conclusione, un accenno al primo successo individuale di Marco Orsi.
«Non mi accontento di una vittoria in vasca corta. Vorrei vederlo scendere sotto i 48 in lunga. Serve un ulteriore salto di qualità. Così come la 4x100 sl: i ragazzi possono migliorare se hanno un obiettivo comune».
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