Tokyo 2020

Il papà e quell'incidente. "Ambra nella tragedia è stata più forte di me"

Sabatini portava la figlia in moto ad allenarsi. "Quei vigili del fuoco le hanno salvato la vita..."

Il papà e quell'incidente. "Ambra nella tragedia è stata più forte di me"

Lei è Ambra Sabatini ed è la campionessa paralimpica dei 100 metri classe T63. La spedizione tricolore alle Paralimpiadi di Tokyo ha le caratteristiche del trionfo perché 69 medaglie, frutto di 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi non erano nelle previsioni. Numeri esaltati nella gara regina con Ambra che ha scritto la storia con le sue compagne Martina Caironi e Monica Contrafatto, monopolizzando un podio e dipingendo d'azzurro la pista dello stadio Olimpico di Tokyo con il nuovo record del mondo. Lacrime di gioia e di orgoglio quella della giovane classe 2002 perché il desiderio di una medaglia era troppo grande, dopo quanto accaduto il 5 giugno del 2019.

Un percorso in scooter con papà Ambrogio e l'incidente: l'auto proveniente dal senso opposto di marcia invade la corsia dopo un sorpasso azzardato e l'impatto è inevitabile. «Nella tragicità della situazione siamo stati fortunati: io ho avuto solo delle escoriazioni, mentre Ambra è stata soccorsa in tempo dai Vigili del fuoco, con uno di loro che ha bloccato l'emorragia per l'arteria femorale recisa. Le hanno salvato la vita», il ricordo. Il responso dell'Ospedale Careggi di Firenze non ha lasciato spazio a interpretazioni: amputazione della gamba sinistra sopra il ginocchio. E il dopo? «Ambra ha avuto una reazione inaspettata. Ha voluto accettare dà sé quanto accaduto, rifiutando l'assistenza psicologica e traendo forza da quello che sentisse dentro», rivela papà Ambrogio. Da quel momento tutto è stato in discesa e la figura di Martina Caironi ha rappresentato un riferimento: «Lei è stata la dimostrazione che c'è sempre una possibilità, le ha dato stimoli e motivazioni attraverso le sue imprese. Ambra ha iniziato ad allenarsi e a chiedere informazioni sulle protesi, diventando in poco tempo ciò che tutti abbiamo visto».

Una ragazza strepitosa. Lei, da promessa dell'atletica nel mezzofondo dopo aver praticato pattinaggio e pallavolo, ha trovato nella velocità la sua rinascita. I riscontri sono ragguardevoli in poco tempo nel 2020: nuova primatista italiana nei 60 indoor e record del mondo dei 100 al Grand Prix di Dubai con 14''59. Il resto è storia nota.

Una narrazione non da eroina, ma da campionessa. «Sono tutti campioni, anche chi non ottiene risultati rilevanti come Ambra. Le Paralimpiadi ci hanno dimostrato il valore di certe imprese, ma c'è ancora molto da fare. È necessario cambiare la mentalità perché c'è una classificazione di sport di Serie A e di Serie B che queste persone e le loro storie non meritano», le parole del padre dell'azzurra. Una lezione da apprendere perché i Giochi Paralimpici sono stati la sublimazione della trasformazione e della condivisione.

Anche un aereo con una sola ala è in grado di volare e di compiere imprese straordinarie.

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