Barça-Inter, che film

Pareggio show a Barcellona con i nerazzurri avanti 2-0 e 3-2: il tacco di Thuram e super Dumfries; Yamal ingiocabile. La finale è possibile

Barça-Inter, che film
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Una partita bellissima, un pareggio incredibile. Prima lo scatto dell'Inter, con Thuram e Dumfries, quelli che tanto sono mancati a Inzaghi nelle ultime partite. Poi la rincorsa del Barça, trascinato dal fenomeno Lamine. E quando sembra che il destino nerazzurro sia segnato, che ci si debba arrendere alla tanto temuta imbarcata, un'altra unghiata di Dumfries spaventa il Barcellona, prima dell'autogol di Sommer, che inchioda il 3-3 finale, lo stesso risultato dell'ottobre '22, e rimanda il verdetto a martedì, quando l'Inter probabilmente non avrà Lautaro, infortunato, e forse il Barcellona ritroverà Lewandowski. Inzaghi centra l'obiettivo: tenere aperta la via della finale, almeno fino alla partita di ritorno. Viste le premesse, è un merito enorme, suo e della sua squadra.

Apre Thuram, dopo 30 secondi appena: un colpo di tacco illuminato e imprevedibile sul centro di Dumfries. Altri 20 minuti e lo stesso Dumfries raddoppia in acrobazia, un colpo da circo, a chiudere un angolo di Dimarco corretto da Acerbi. Solito Barcellona, altissimo e attaccabile in velocità, l'ideale per una squadra capace di ripartire come l'Inter.

A quel punto, sullo 0-2, ci sarebbe tutto perché la più temuta delle partite si trasformi nella più grande delle imprese. Prima però c'è da fare i conti col più grande giocatore oggi al mondo, Lamine Yamal, anni 17 e alla 100esima partita in blaugrana. È lui, che nel riscaldamento sembrava essersi fatto male, a riportare il Barcellona dentro la partita. Lo segue quasi a uomo Dimarco, lo raddoppia sempre Mkhitaryan, lo avvicina spesso Bastoni. La gabbia c'è, ma non basta. Parte largo, si accentra, finta, accelera, tira, passa, fa esattamente sempre ciò che sai che farà e che però ugualmente non ti aspetti. Nessuno, nemmeno Messi era tanto forte alla sua età. Forse Pelé, per chi l'ha visto.

Lamine segna un gol pazzesco, ma più bella ancora è l'azione successiva, 2 minuti dopo. Dimarco messo a sedere, con deviazione decisiva di Sommer sulla traversa, sul tiro mancino praticamente dalla linea di fondo. Non entra in porta, ma resterà nelle cineteche.

Ritmo altissimo, un'occasione dopo l'altra, quasi tutte del Barça, due parate di Sommer su Dani Olmo, infine pareggia Ferran Torres, il vice Lewandowski. Prima dell'intervallo si fanno male Koundé per Flick e Lautaro per Inzaghi: stiramento ai muscoli flessori della coscia sinistra per il Toro, all'ottava partita da titolare in 25 giorni, le fatiche non fanno sconti, e adesso chissà quando tornerà.

Un altro graffio di Dumfries, sempre su calcio d'angolo, poi l'immediato pareggio catalano (sventola di Raphinha, traversa e sfortunata deviazione con la schiena di Sommer). Tanto Barça, ma altrettanta Inter, sempre in contropiede. Segna Mkhitaryan, ma è in fuorigioco per pochi centimetri.

L'ultimo guizzo catalano ovviamente è di Lamine, che centra un'altra traversa. L'Inter è esausta, Taremi l'unica punta, ma il Barcellona non passa oltre. E guai a dire che l'Inter si è difesa troppo, perché contro questo Barça non si sceglie, ma ci si adegua.

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