Parisse da record al Sei Nazioni ma l'Italrugby perde da 3 anni

Paolo Bugatto

Tre anni senza vittorie ricominciando dalla Scozia. Nel 2000 la prima storica vittoria contro gli highlanders al debutto nel torneo, domani ancora gli scozzesi, settimi nel ranking mondiale con ambizioni da podio per questa edizione del Championship. L'Italia arriva al vernissage di Edimburgo con l'infermeria piena. Fuori Matteo Minozzi e Jake Polledri, recupera Parisse che diventa il giocatore con più presenze nel torneo. I test di novembre ci hanno regalato la vittoria con la Georgia e le sconfitte rotonde con All Blacks e Australia. O'Shea si affida ai destini alterni di Treviso e Zebre per immaginare una squadra competitiva con Campagnaro dirottato all'ala «con licenza di inventare», ha ribadito il cittì.

Già questa è una novità per una squadra che fino ad oggi è stata inchiodata sugli schizzi del playbook senza apprezzabili utilità. O'Shea oggi chiede intensità, la stessa vista a Kobe in estate contro il Giappone e a tratti nella sfida persa a Padova con l'Australia. L'altra novità è il battesimo in seconda linea di David Sisi, doppio passaporto e nonni italiani. Lui il Sei Nazioni lo ha vinto nel 2013 con l'under 20 dell'Inghilterra prima di sbarcare in Italia.

Nell'anno del mondiale il Sei Nazioni più competitivo di sempre diventa così l'occasione per tirare le fila di una squadra che ancora deve mostrare continuità ad alto livello.

Tutto il contrario della Scozia che promette di fiorire. I bookmaker predicono per gli azzurri un altro cucchiaio (la vittoria italiana è pagata 77 a 1) mentre per la coppa il discorso è a tre con Irlanda, Inghilterra e Galles un gradino sopra gli altri.

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