L'abbraccio sul prato di San Siro dopo la vittoria con il Milan, non era solo il classico per festeggiare una vittoria pesante. C'era molto di più in quella stretta prolungata tra Gigi Buffon e Gonzalo Higuain. Ovvero il portiere provvidenziale nell'alzare con il corpo sulla traversa il tiro di Kalinic e l'attaccante letale con una doppietta mostruosa. Due campioni che in quell'abbraccio sembravano rivelare un patto.
L'empatia tra i due fuoriclasse è un segnale alla concorrenza. Un'alleanza in uno dei momenti cruciali della loro carriera. Buffon è all'ultimo capitolo, l'ha confermato proprio a San Siro con un atto da aziendalista: «Devo rispettare le scelte della società, smetterò perché non devo essere d'impaccio». Higuain in questa stagione deve svoltare in Europa dove non è quasi mai riuscito a essere decisivo come nella Liga o in Serie A, campionati dove ha superato quota cento gol segnati. E la Champions è l'unica cosa che manca a Gigi.
La coppia ha la stessa ossessione. Così il Pipita: «Ringrazio Gigi per le parole su di me: mi hanno spinto a continuare a lavorare». E sì perché a fine settembre dopo il gol all'Olympiakos, nel momento più delicato per l'argentino, Buffon disse: «Il merito è solo suo, non c'entrano Allegri, i compagni o la società». E dopo Udine il capitano ha detto: «Bisognerebbe far vedere a Vinovo la cassetta della partita di Gonzalo». E sempre Gigi dopo il Milan ha detto: «Non ha solo portato la croce ma anche cantato». Higuain ascolta il suo capitano: «Io so che quando uno lavora in silenzio per la squadra, prima o poi il gol arriva». Il Pipita non si scompone: «Io sono quello di sempre, le critiche non mi toccano. Voglio continuare così, andiamo a prenderci la qualificazione a Lisbona». Perché domani è già Champions contro lo Sporting.
E si ritorna sempre alla coppia che ha anche un'altra ossessione in comune: il Mondiale. Gigi ci deve passare per i playoff con la Svezia e tra quindici giorni tornerà proprio a San Siro. Intanto ieri ha celebrato la ricorrenza dall'esordio in nazionale, contro la Russia sempre negli spareggi mondiali: «Venti anni fa è cominciato un sogno che non è ancora terminato. Viverlo è una fortuna. Esserne protagonista, un privilegio».
Il Pipita invece per la terza volta di fila è stato escluso dalle convocazioni con l'Argentina e il Mondiale per lui adesso è più lontano.La coppia conosce solo un modo per andarci come per fare un grande campionato e una grande Champions: parare ferocemente (Gigi), segnare ferocemente (Gonzalo). La Signora ha la sua coppia feroce. Chiedere al Milan.
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