Paziente, più che pazza L'Inter che cambia pelle vuole mettere la quinta

Ha preso un solo gol e ne ha segnati 6 su 10 negli ultimi 15': «Ma non si vive di rendita»

Paziente, più che pazza L'Inter che cambia pelle vuole mettere la quinta

dal nostro inviato ad Appiano Gentile

C'è una metamorfosi silenziosa all'Inter. Da pazza si sta trasformando in paziente. Lo dicono i numeri, quel 60% di gol, 6 su 10, segnati nell'ultimo quarto d'ora. Ci sono partite che la squadra di Spalletti ha chiuso nel finale come contro la Spal oppure vinto come a Roma e Crotone. I nerazzurri non si sono mai fatti prendere dalla frenesia di sbloccare il risultato o di blindare i tre punti, come se sapessero che prima o poi il gol sarebbe arrivato, consapevoli della forza della difesa, finora la migliore con un solo gol subito.

La pazienza è dunque il filo che lega l'en plein di vittorie in questo avvio di campionato, ma Spalletti tiene i piedi per terra: «Non si vive di rendita a questo giochino. Dopo i bei voti non studi di meno, perché rischi di prendere l'insufficienza che mette in discussione quanto hai fatto prima. Non accetterei questo errore». Il messaggio che passa alla squadra prima della trasferta di Bologna, dove l'Inter non perde da 15 anni, è inequivocabile così come l'atteggiamento che dovrà avere in campo: «Li ho visti contro il Napoli, gli sono saltati addosso e noi dobbiamo essere belli tignosi». Anche perché Spalletti non dimentica Crotone: «Se loro avessero segnato sarebbe stato più difficile rimontare. La trappola è dietro l'angolo e uno ci casca la volta successiva se non continua a essere attento».

Spalletti è uomo navigato, sa che la sua creatura è ancora imperfetta e non glielo manda a dire: «Non siamo ancora così collaudati da inserire il pilota automatico». C'è quindi da crescere perché l'Inter non può permettersi di dare il 99% contro nessuno. E tutti devono mettersi al servizio anche gli osannati Perisic e Icardi «perché il leader non prende i premi ma è quello che nelle difficoltà va a prendersi la palla». E sul capitano aggiunge: «In area è serpentesco, riferendomi al nostro stemma. Poi se palleggiasse qualche volta in più coi centrocampisti, non toglierebbe nulla ai suoi numeri».

Ma aiuterebbe e non poco una squadra che contro squadre organizzate e chiuse ha faticato. E inevitabilmente il discorso si sposta sul trequartista: «Il centrocampo statico dà vantaggi all'avversario, quello che ruota diventa imprevedibile». In questo momento Joao Mario sembra il preferito anche se oggi potrebbe toccare a Brozovic. Contro il Bologna dell'ex Palacio in mediana si potrebbe rivedere Vecino, e anche Eder ha delle chances. La quinta vittoria di fila oltre a mettere Spalletti ad altezza Mancini 2015-2016, darebbe ulteriore stima. In un campionato spaccato in due forse lo scudetto passa dai big match «che sicuramente danno una grande iniezione di fiducia». Spalletti non parla mai di tricolore ma lo cita indirettamente a proposito delle parate di Handanovic a Crotone: «Anche la Juve ha vinto scudetti con le parate di Buffon».

Signora che domani affronta la Fiorentina mentre il Napoli fa visita alla Lazio.

Come dice Spalletti le sorprese sono dietro l'angolo e vincere a Bologna potrebbe non regalare solo un'altra notte solitaria in vetta: il sogno potrebbe allungarsi al fine settimana. Anche se l'Inter paziente non ha fretta.

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