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Pazza F1, storia ribaltata con il raddoppio finale

I doppi punti nell'ultima gara avrebbero riscritto la classifica in 9 occasioni Brividi Ferrari: Villeneuve campione '79 e a Raikkonen un titolo di Schumi

Pazza F1, storia ribaltata con il raddoppio finale

Avrà pure la miglior macchina del sistema stellare, ma anche in quelle rare occasioni in cui si è ritrovato al volante di una Prinz verde, Lewis Hamilton ha sempre mostrato manico da vendere e talento incontestabile. Non a caso, da domenica, con la quinta vittoria di fila, la decima dell'anno, è diventato con 32 successi in carriera il british driver più vincente di sempre. Eppure, Lewis rischia e sa di rischiare di veder volar via questo mondiale che in qualsiasi pianeta del sistema stellare sarebbe già suo e invece così non è. Perché Bernie Ecclestone ha voluto e imposto una regola acchiappa show e ammazza buon senso che prevede doppio punteggio nell'ultimo Gp: ad Abu Dhabi. Per far felici gli emiri che pagano doppio, se non triplo, pur di avere l'onore dell'atto finale, ma che rischiano però di legare il proprio nome al titolo mondiale più farlocco della storia della F1.

Oddio, la possibilità che nel finto porto di Abu Dhabi vinca un vero campione c'è ancora. A Lewis basterebbero infatti due secondi posti, uno da 18 punti domenica prossima a San Paolo e uno da 36 negli Emirati, il 23 novembre, per laurearsi campione anche in caso Nico vincesse le ultime due gare. Ma in F1 si sa mai. Non a caso, domenica, a fine gara, Seb Vettel scherzando e non scherzando diceva «non ho capito cosa sia accaduto, mi sono fermato due volte, poi qualcuno ha girato un interruttore e ho ricominciato ad andare...». Battuta, ci mancherebbe, mica siamo in F1, qui certe cose strane non accadono…

Detto ciò, visto che con i se e i ma non si fa la storia però nel Circus questa regola non vale, scorrendo l'albo d'oro del mondiale si scopre che con il simpatico sistema del doppio punteggio finale, ben nove campionati avrebbero cambiato padrone (vedere tabella allegata). Un mito come Juan Manuel Fangio ne avrebbe uno in più. Vista la grandezza dell'argentino, questo non scandalizzerebbe più di tanto se non fosse che toglierebbe a un italiano, Alberto Ascari, uno dei pochi campionati vinti dai nostri piloti. Vale la pena ricordarlo: in 65 anni di F1 ne abbiamo conquistati solo tre.

Scorrendo i passaggi di mano del titolo, non avremmo più l'eterno secondo della storia del Circus, cioè Stirling Moss, che avrebbe vinto il titolo del 1958 ai danni di un ferrarista, Mike Hawthorn. Titolo però riconsegnato a Maranello con gli interessi tanti anni dopo: nel 2008 da Hamilton a Massa; e nel 2012 da Vettel ad Alonso. E queste, per i tifosi più affamati, potrebbero essere cose belle. Molto meno bello quanto sarebbe accaduto con i doppi punti nel 1970. La F1 non avrebbe infatti scritto una delle sue pagine più epiche e commoventi: il mondiale postumo conquistato dal povero Jochen Rindt. Campione sarebbe infatti diventato il ferrarista Jacky Ickx. E rimanendo alla Rossa, i tifosi rampanti avrebbero avuto un altro anno da ricordare in modo ancora più speciale: il 1979. Il titolo conquistato dal Cavallino sarebbe rimasto sempre a Maranello ma a portarlo in Emilia sarebbe stato Gilles Villeneuve e non Jody Scheckter. Un nome, quello di Gilles, che forse avrebbe aiutato ad inghiottire il boccone amaro di vedere Raikkonen, su McLaren, togliere il titolo a Schumi nel 2003.

E anche questo la dice tutta su questa pagina folle che la F1 si appresta a scrivere.

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